Comunicazione della
Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale
e al Comitato delle Regioni del 25 settembre 2008 COM (2008) 394
“Una corsia preferenziale per la piccola
impresa” Alla ricerca di un nuovo quadro
fondamentale per la Piccola Impresa (un “Small
Business Act” per l’Europa)
1. INTRODUZIONE
Al giorno d’oggi, la sfida principale dell’UE è gestire la transizione verso un’economia basata sulla conoscenza. Se avrà successo, avremo un’economia competitiva e dinamica con posti di lavoro migliori e più numerosi e un più alto livello di coesione sociale.
Soprattutto gli imprenditori dinamici saranno in grado di cogliere le opportunità della globalizzazione e dell’accelerazione impressa dai mutamenti tecnologici. Per la futura prosperità dell’UE, sarà dunque essenziale essere capaci di approfittare del potenziale di crescita e di innovazione delle piccole e medie imprese (PMI). In un contesto che cambia a livello globale, segnato da continui mutamenti strutturali e da pressioni competitive sempre maggiori, l’importanza delle PMI nella nostra società, in quanto creatrici di posti di lavoro e protagoniste nella corsa al benessere delle comunità locali e regionali, è ulteriormente aumentata. PMI dinamiche daranno all’Europa il vigore per resistere alle incertezze che genera l’odierno mondo globalizzato.
Dal 2005, l’UE ha perciò saldato le esigenze di PMI alla strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, soprattutto attraverso l’approccio fondato sul partenariato che ha già dato risultati tangibili. Ora è venuto il momento di porre risolutamente le esigenze di PMI al primo posto della politica comunitaria e di tradurre in realtà la visione del 2000 dei capi di Stato e di governo dell’UE: fare di quest’ultima un ambiente d’eccellenza a livello mondiale per le PMI.
A livello nazionale e locale, i modelli di funzionamento delle PMI variano molto, così come la natura stessa di queste imprese (comprendenti artigiani, microimprese, imprese familiari, dell’economia sociale, ...). Una politica che miri ad affrontare le necessità delle PMI deve dunque saper riconoscere questa diversità e rispettare fino in fondo il principio di sussidiarietà.
2. IL MOMENTO GIUSTO PER UNA SVOLTA DECISIVA NELLA POLITICA DELL’UE VERSO LE PMI
Dall’esame intermedio della politica moderna dell’UE a favore delle PMI tra il 2005 e il 2007 emerge che sia gli Stati membri sia l’UE hanno fatto progressi verso un contesto più favorevole alle PMI. La Commissione ha fatto sforzi concreti per eliminare le pastoie burocratiche che intralciano le PMI e ha posto le PMI al centro dei principali programmi di aiuto dell’UE per il periodo 2007-2013. Gli Stati membri, ispirandosi a pratiche esemplari scambiate nell’ambito della Carta europea delle piccole imprese firmata a Feira nel 2000 e attuando le conclusioni del Consiglio europeo della primavera 2006 (introduzione di sportelli unici per registrare le imprese, riduzione di tempi e costi per avviare un’impresa), hanno notevolmente migliorato il contesto normativo delle PMI.
Per le PMI è inoltre decisiva la strategia UE tesa a legiferare meglio; l’aggiornamento e la semplificazione della vigente legislazione nonché l’ambizioso programma di ridurre del 25% entro il 2012 gli oneri amministrativi da essa causati, saranno di notevole beneficio per le PMI .
Nonostante questi passi avanti incoraggianti, l’UE deve adottare ulteriori più ampie misure per liberare tutte le potenzialità delle PMI. In generale, le PMI europee soffrono tuttora di una produttività inferiore e di uno sviluppo più lento rispetto alle loro omologhe negli USA. Negli USA, le aziende che sopravvivono aumentano in media l’occupazione del 60% entro il 7° anno di vita, mentre il dato corrispondente - in Europa - si aggira intorno al 10%-20%. Le PMI devono poi affrontare carenze del mercato in settori come il credito (soprattutto, capitali di rischio), la ricerca, l’innovazione e l’ambiente, che insidiano le condizioni in cui esse operano e competono con le rivali. Per il 21% circa delle PMI, ad esempio, l’accesso al credito è problematico e, per le microimprese, in molti Stati membri la percentuale è ancora più alta. Inoltre, esistono meno PMI europee che innovano con successo rispetto alle grandi imprese. La situazione, caratterizzata da rigidità nei mercati nazionali del lavoro, viene ulteriormente peggiorata da difficoltà strutturali come carenze gestionali e di capacità tecniche.
Il ruolo delle PMI nell’economia europea è stato ripetutamente riconosciuto ai più alti livelli politici. Il Consiglio europeo del marzo 2008 ha espresso un sostegno senza riserve all’iniziativa per rafforzare ulteriormente la crescita e la competitività sostenibili delle PMI, denominata “Small Business Act” (SBA) per l’Europa e ne ha richiesto la rapida adozione. Anche il Riesame del mercato unico sottolinea la necessità di ulteriori iniziative per adeguare il mercato unico alle esigenze delle PMI odierne e ottenere risultati migliori e maggiori vantaggi. Infine, l’audizione pubblica e la consultazione on-line che hanno preparato lo SBA hanno confermato la necessità di una vasta iniziativa politica per sprigionare l’intero potenziale delle PMI europee. Questo è il motivo che spinge la Commissione a dare un impulso decisivo alla presentazione di un “Small Business Act” (SBA) per l'Europa.
3. UN AMBIZIOSO OBIETTIVO POLITICO PER LE PMI: LO “SMALL BUSINESS ACT” PER L’EUROPA
Al centro dello SBA per l’Europa c’è la convinzione che un contesto veramente favorevole alle PMI dipenda innanzitutto dal riconoscimento degli imprenditori da parte della società. Il clima generale nella società deve condurre i singoli a considerare attraente la possibilità di avviare una propria impresa e a riconoscere che le PMI danno un contributo sostanziale alla crescita dell’occupazione e alla prosperità economica. In quanto contributi essenziali a un contesto favorevole alle PMI, la percezione nell’UE del ruolo degli imprenditori e la disponibilità ad assumersi rischi, devono dunque cambiare: lo spirito imprenditoriale e la volontà di assumere rischi, ad esso associata, vanno applauditi dai responsabili politici e dai media e sostenuti dalle amministrazioni. Essere favorevole alle PMI deve divenire politicamente normale, in base alla convinzione che le regole devono rispettare la maggioranza di coloro che le usano: ecco il principio “Pensare anzitutto in piccolo” ( Think Small First ).
Lo “Small Business Act” mira perciò a migliorare l’approccio politico globale allo spirito imprenditoriale, ad ancorare irreversibilmente il principio “Pensare anzitutto in piccolo” nei processi decisionali - dalla formulazione delle norme al pubblico servizio - e a promuovere la crescita delle PMI aiutandole ad affrontare i problemi che continuano a ostacolarne lo sviluppo.
A partire dai risultati politici della Commissione e degli Stati membri, lo SBA crea un nuovo contesto politico che inquadra gli attuali strumenti della politici d’impresa e si fonda in particolare sulla Carta europea per le piccole imprese e la politica moderna a favore delle PMI. Per cogliere questi ambiziosi obiettivi, la Commissione propone un’autentica cooperazione tra l’UE e gli Stati membri, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità.
Il nome simbolico di “Act” dato all’iniziativa sottolinea la volontà di riconoscere il ruolo centrale delle PMI nell’economia europea e, per la prima volta, di attivare un quadro politico articolato, a livello UE e di singolo Stato membro, grazie a:
- una serie di 10 principi per guidare la formulazione e l’attuazione delle politiche sia a livello UE che degli Stati membri. Tali principi, descritti in dettaglio al capitolo 4, sono essenziali valorizzare le iniziative a livello della UE, creare condizioni di concorrenza paritarie per le PMI e migliorare il contesto giuridico e amministrativo nell’intera UE:
I Dar vita a un contesto in cui imprenditori e imprese familiari possano prosperare e che sia gratificante per lo spirito imprenditoriale
II Far sì che imprenditori onesti, che abbiano sperimentato l’insolvenza, ottengano rapidamente una seconda possibilità
III Formulare regole conformi al principio “Pensare anzitutto in piccolo”
IV Rendere le pubbliche amministrazioni permeabili alle esigenze delle PMI
V Adeguare l’intervento politico pubblico alle esigenze delle PMI: facilitare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici e usare meglio le possibilità degli aiuti di Stato per le PMI
VI Agevolare l’accesso delle PMI al credito e sviluppare un contesto giuridico ed economico che favorisca la puntualità dei pagamenti nelle transazioni commerciali
VII Aiutare le PMI a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico
VIII Promuovere l’aggiornamento delle competenze nelle PMI e ogni forma di innovazione
IX Permettere alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità
X Incoraggiare e sostenere le PMI perché beneficino della crescita dei mercati
- una serie di nuove proposte legislative ispirate al principio “Pensare anzitutto in piccolo”:
- il regolamento sull’esenzione generale per categoria riguardo agli aiuti di Stato ( General Block Exemption Regulation on State Aids - GBER)
Tale regolamento, che sarà tra breve adottato, esenterà dalla notifica preventiva alcune categorie di aiuti di Stato, già affrontate da regolamenti vigenti, nel campo degli aiuti alle PMI, alla formazione professionale, all’occupazione e alla R&S nonché degli aiuti regionali e, forse, anche di nuove categorie di aiuti. Il nuovo regolamento semplificherà e armonizzerà le attuali norme sulle PMI e aumenterà l’intensità degli aiuti agli investimenti destinati a queste imprese.
- il regolamento che definisce lo statuto della Società privata europea (SPE)
Tale regolamento definisce lo statuto di una SPE che, una volta fondata, può operare in base a principi uniformi in tutti gli Stati membri. La Commissione presenterà anche eventuali proposte di modifica per far sì che questa nuova forma di società possa beneficiare delle vigenti direttive relative all’imposta sulle società.
- la direttiva sulle aliquote di IVA ridotte
Tale direttiva, che verrà proposta tra breve, offrirà agli Stati membri la possibilità di applicare aliquote di IVA ridotte, soprattutto per servizi locali, forniti principalmente da PMI.
Saranno inoltre preparate le seguenti proposte, in quanto articolazioni dello SBA :
- una proposta legislativa volta ad aggiornare, semplificare e armonizzare ulteriormente le norme vigenti sulla fatturazione IVA, e alleviare gli oneri sulle imprese.
- una modifica alla direttiva 2000/35/CE sui ritardi di pagamento per far sì che le PMI siano pagate puntualmente in tutte le transazioni commerciali.
- una serie di nuovi interventi politici, tesi ad attuare questi 10 principi secondo le esigenze delle PMI a livello sia della Comunità che degli Stati membri.
4. DAI PRINCIPI ALL’AZIONE POLITICA
I. L’UE e gli Stati membri devono dar vita a un contesto in cui imprenditori e imprese familiari possano prosperare e che sia gratificante per lo spirito imprenditoriale.
È necessario che essi preparino il terreno ai futuri imprenditori, stimolando soprattutto fra i giovani e le donne, il talento imprenditoriale e l’interesse verso chi intraprende, e semplificando le condizioni per la successione nelle imprese.
Secondo l’ Eurobarometro flash del 2007 sulla mentalità imprenditoriale, solo il 45% degli Europei preferirebbe essere indipendente, contro il 61% dei cittadini USA. Un rapporto rimasto immutato per molti anni. Occorre convincere gli europei che il lavoro autonomo cela possibilità di carriera attraenti e dotarli delle competenze necessarie a trasformare le loro ambizioni in progetti di successo.
Il sistema educativo, con i suoi programmi scolastici, non tiene abbastanza conto dello spirito imprenditoriale e non conferisce le competenze di base di cui necessita un imprenditore. I bambini possono invece imparare ad apprezzare lo spirito imprenditoriale fin dalla più tenera età.
Poiché 6 milioni circa di proprietari di PMI si ritireranno nei prossimi 10 anni, l’Europa non può correre il rischio di perdere queste imprese solo per le difficoltà nel loro trasferimento e il mancato apprezzamento del ruolo tradizionale dell’impresa familiare. Un numero maggiore di trasferimenti di imprese avrebbe un immediato effetto positivo sull’economia europea: il trasferimento d’impresa ben preparato conserva in media più posti di lavoro di quanti ne crei l’avvio di una nuova. Tale trasferimento richiede perciò lo stesso sostegno che riceve l’avvio di una nuova impresa. Riconoscere il ruolo peculiare delle PMI, soprattutto di quelle familiari, le loro radici locali, il senso di responsabilità sociale e la capacità di combinare tradizione e innovazione, aiuta a capire l’importanza di semplificare il trasferimento delle imprese e delle competenze ad esse legate.
Il potenziale imprenditoriale va sfruttato meglio. Nell’imprenditoria si amplia la divaricazione fra i sessi: ciò si traduce in un numero di donne imprenditrici piuttosto basso. A ciò vanno aggiunte capacità imprenditoriali non sfruttate fra gli immigrati.
Infine, lo SBA va visto anche come stimolo per gli imprenditori stessi a costruire un miglior ambiente per le imprese stringendo le reti di cooperazione , sfruttando l’intero potenziale delle PMI, soprattutto se familiari, come importante terreno di formazione imprenditoriale e agendo in modo socialmente responsabile.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
promuove la cultura
imprenditoriale e lo scambio di pratiche
esemplari nella formazione all’impresa
organizzerà nel 2009 una “Settimana europea
delle PMI” — un’occasione per molti eventi
promozionali in tutta Europa ha varato nel 2008
l’iniziativa “Erasmus per giovani imprenditori”,
tesa a promuovere lo scambio di esperienze e di
formazione, per dare ai futuri imprenditori la
possibilità di imparare da imprenditori esperti
ospiti e di migliorare le competenze
linguistiche istituirà una rete europea di
imprenditrici-ambasciatrici, promuoverà schemi
di tutorato per incitare le donne a fondare
proprie imprese e promuoverà lo spirito
imprenditoriale fra le donne laureate. |
Gli Stati membri dovranno cercare di: stimolare mentalità innovative e imprenditoriali fra i giovani introducendo l’imprenditorialità come competenza chiave nei programmi scolastici soprattutto nelle scuole secondarie e garantire che sia adeguatamente accolta nel materiale didattico far sì che l’importanza dell’imprenditorialità si rifletta correttamente nella formazione dei docenti intensificare i legami con il mondo delle imprese per sviluppare strategie sistematiche di formazione allo spirito imprenditoriale a tutti i livelli far sì che l’imposizione fiscale (tasse sulle donazioni, sui dividendi, sul patrimonio) non ostacoli indebitamente il trasferimento delle imprese attivare sistemi perché imprese potenzialmente trasferibili incontrino potenziali acquirenti fornire tutorato e sostegno ai trasferimenti delle imprese fornire tutorato e sostegno alle donne imprenditrici fornire tutorato e sostegno agli immigrati che desiderano diventare imprenditori.
- II. Gli Stati membri devono far sì che imprenditori onesti, che abbiano sperimentato l’insolvenza, ottengano rapidamente una seconda possibilità.
I fallimenti costituiscono il 15% circa di tutte le chiusure di aziende. È un problema che tocca 700.000 PMI in media ogni anno e, ogni anno, 2,8 milioni di posti di lavoro circa in tutta l'Europa. Nell’UE, la stigmatizzazione del fallimento è tuttora presente e la società sottovaluta il potenziale economico di chi ritenta. Il 47% degli europei è tuttora riluttante ad effettuare ordinazioni a imprese in precedenza fallite. Al tempo stesso, il tentativo di ripartire è complicato dalle lunghe procedure fallimentari. Nell’UE, portare a termine una procedura di fallimento richiede in media tra 4 mesi e 9 anni.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
continuerà a promuovere una
politica della seconda possibilità facilitando
lo scambio di pratiche esemplari tra gli Stati
membri Gli Stati membri dovranno cercare di:
promuovere nella società, con campagne
d’informazione pubblica, atteggiamenti positivi
verso imprenditori che tentano un nuovo inizio
limitare a 1 anno la durata delle procedure
legali di scioglimento di un’impresa, in caso di
bancarotta non fraudolenta far sì che coloro che
ritentano ottengano lo stesso trattamento di chi
avvia una nuova impresa, compresi i regimi di
sostegno.
- III. L’UE e gli Stati membri devono formulare regole conformi al principio “Pensare anzitutto in piccolo”, tenendo conto delle caratteristiche delle PMI quando legiferano, e semplificare il contesto normativo in vigore.
Secondo le PMI, conformarsi ai regolamenti amministrativi costituisce l’onere più pesante. Le PMI sostengono in effetti oneri amministrativi e normativi sproporzionati rispetto alle imprese più grandi. Secondo talune stime, se una grande impresa spende 1 euro per dipendente per soddisfare obblighi di legge, una PMI può giungere a spendere in media fino a 10 euro. Il 36% delle PMI europee sostiene che negli ultimi 2 anni le formalità burocratiche hanno nuociuto all’attività economica.
Per tradurre questo principio in pratica:
Per adeguare in futuro la normativa al
principio “Pensare anzitutto in piccolo”, la
Commissione:
controllerà più rigorosamente il
rispetto del Protocollo sull’applicazione dei
principi di sussidiarietà e di proporzionalità
nelle prossime iniziative legislative e
amministrative per quanto possibile, darà date
d’inizio comuni a regolamenti e a decisioni
riguardanti le imprese e pubblicherà un
prospetto annuale della relativa legislazione
che entri in vigore la Commissione intende, e
invita gli Stati membri a fare altrettanto:
conseguire risultati politici riducendo al
minimo spese e oneri per le imprese, ricorrendo,
per ottenerli, a un’intelligente miscela di
strumenti come il riconoscimento reciproco
l’autoregolamentazione o la coregolazione
valutare rigorosamente l’impatto delle prossime
iniziative legislative e amministrative sulle
PMI (“la prova PMI”), integrandone i risultati
nella formulazione delle proposte consultare le
parti interessate, come le organizzazioni delle
PMI, almeno nelle 8 settimane precedenti la
presentazione di una proposta legislativa o
amministrativa, destinata ad avere conseguenze
sulle imprese ricorrere a misure specifiche per
PMI e microimprese, come periodi di transizione,
deroghe ed esenzioni, soprattutto da obblighi
d’informazione o di relazione, e altri metodi ad
hoc, purché utili, e gli Stati membri dovranno
cercare di: considerare l’utilità di introdurre
date d’inizio comuni e un prospetto annuale
della legislazione che entra in vigore
introdurre misure di flessibilità rivolte alle
PMI nell’attuare la legislazione UE, evitando di
impreziosirla con orpelli inutili (gold-plating)
Per migliorare il contesto normativo in funzione
del principio “Pensare anzitutto in piccolo”, la
Commissione: avanzerà ogni proposta per ridurre
gli oneri amministrativi delle imprese che si
riveli necessaria per cogliere l’obiettivo di
una riduzione a livello UE del 25% entro il 2012
entro la fine del 2008, terminerà l’esame
completo dell’acquis e includerà i risultati nel
programma modulato di semplificazione aggiornato
che presenterà all’inizio del 2009. Riceveranno
particolare attenzione le proposte che
identifichino le parti della legislazione
semplificabili a favore delle PMI, soprattutto
nel campo del diritto societario, e gli Stati
membri dovranno cercare di: adottare obiettivi
altrettanto ambiziosi quanto l’impegno a
tagliare gli oneri amministrativi del 25% entro
il 2012 a livello UE, se ciò non sia già
avvenuto, e di attuarli adottare rapidamente le
proposte relative alla riduzione degli oneri
amministrativi nella normativa comunitaria
adottare la proposta della Commissione che
permetterà agli Stati membri di aumentare la
soglia necessaria alla partita IVA a 100 000
euro. |
- IV. L’UE e gli Stati membri dovranno rendere le pubbliche amministrazioni permeabili alle esigenze delle PMI, semplificando per quanto possibile la vita delle PMI, in particolare promuovendo l’e-government e soluzioni a sportello unico.
Amministrazioni pubbliche moderne ed efficienti possono contribuire fortemente al successo e alla crescita delle PMI facendo risparmiare a quest’ultime tempo e denaro e liberando risorse a favore dell’innovazione e la creazione di posti di lavoro. E-government e sportelli unici, in particolare, celano potenzialità per migliorare i servizi e ridurre i costi.
Il processo di attuazione, tuttora in corso, della direttiva Servizi aiuterà a semplificare la vita delle PMI e chiede agli Stati membri di organizzare punti di contatto unici, di ridurre di numero e di alleggerire i regimi di autorizzazione e di eliminare gli ostacoli normativi che rallentano lo sviluppo delle attività di servizio. Per accelerare l’avvio di attività economiche, essa dà anche la possibilità di andare oltre le proprie prescrizioni.
Per tradurre questo principio in pratica:
gli Stati membri dovranno cercare di: ridurre il livello delle commissioni richieste dalle amministrazioni dagli Stati membri per registrare un’impresa, ispirandosi ai paesi UE che presentano i migliori risultati continuare a impegnarsi per ridurre a meno di una settimana il tempo necessario a fondare un’impresa, laddove tale risultato non sia stato ancora raggiunto accelerare l’inizio delle attività commerciali delle PMI riducendo e semplificando licenze e permessi. In particolare, gli Stati membri potrebbero fissare il termine massimo di 1 mese per rilasciare tali licenze e permessi, eccetto i casi giustificati da seri rischi per le persone o l’ambiente evitare di chiedere alle PMI informazioni già disponibili presso l’amministrazione, se non in caso di aggiornamento far sì che a una microimpresa non sia chiesto di partecipare a un’indagine statistica dell’Istituto statistico statale, regionale o locale più di una volta ogni 3 anni, se le necessità di informazioni statistiche e d’altro tipo non richiedano altrimenti istituire un punto di contatto cui le parti interessate possano indicare norme o procedure considerate sproporzionate e/o tali da ostacolare inutilmente le attività delle PMI garantire l’attuazione completa e tempestiva della direttiva Servizi, compresa l’istituzione degli sportelli unici, presso i quali le imprese possono ottenere tutte le informazioni pertinenti ed espletare tutte le procedure e formalità necessarie per via elettronica. |
- V. L’UE e gli Stati membri dovranno adeguare l’intervento politico pubblico alle esigenze delle PMI. Essi dovrebbero far uso del Codice di buone pratiche, in grado di orientare le autorità contraenti sui modi di applicare il quadro degli appalti pubblici della CE per facilitare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici. Per eliminare le carenze di mercato che le PMI affrontano durante la loro esistenza, essi dovrebbero usare meglio le possibilità offerte dalle norme comunitarie sugli aiuti di Stato che aiutano le nuove imprese e forniscono incentivi alle PMI.
Le PMI incontrano ostacoli quando partecipano agli appalti pubblici, che rappresentano il 16% del PIL dell’UE, spesso solo perché esse non ne sono al corrente e/o sono scoraggiate dalle procedure e perché le autorità pubbliche possono trovare più comodo assegnare taluni appalti a grandi imprese di comprovata esperienza piuttosto che a giovani società innovative. Nel 2005, comunque, il 42% degli appalti pubblici in valore, al di sopra delle soglie UE, è stato assegnato a PMI. Sono tuttavia necessari ulteriori intensi sforzi per ridurre gli ostacoli che ancora si ergono davanti alle PMI che intendono accedere agli appalti, per esempio alleggerendo i requisiti imposti dalle autorità contraenti nelle procedure di aggiudicazione.
Gli aiuti di Stato possono aiutare le PMI durante tutta la loro esistenza. Per ora le PMI beneficiano solo marginalmente degli aiuti di Stato disponibili perché spesso le offerte di possibilità di sostegno non sono prese in considerazione. Ciò avviene per molteplici ragioni: innanzitutto, le autorità pubbliche non sempre mettono in atto tutti i meccanismi degli aiuti a favore delle PMI permessi dalla regolamentazione comunitaria; in secondo luogo, le procedure sono spesso troppo lunghe e complicate per le PMI; e in terzo luogo, le PMI spesso non sono informate sui regimi che potrebbero essere loro utili.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
presenterà un Codice di buone
pratiche volontario, destinato alle autorità
contraenti, al fine di provocare un ulteriore
cambiamento nella cultura degli acquisti. Esso
orienterà sui modi di ridurre la burocrazia,
migliorare trasparenza e informazioni e
garantire alle PMI condizioni di parità sta
agevolando l’accesso all’informazione sulle
offerte di appalto completando i siti web
dell’UE, attualmente ad esse dedicati, con varie
iniziative: pubblicazione facoltativa di avvisi
d’appalto per forniture di importo inferiore
alla soglia; uno strumento on-line per trovare
partner; maggior trasparenza nei requisiti degli
appalti pubblici pubblicherà un Vademecum sugli
aiuti di Stato alle PMI per far conoscere
opzioni d’aiuto disponibili in un determinato
momento gli Stati membri dovranno cercare di:
istituire portali elettronici per ampliare
l’accesso all’informazione sugli appalti
pubblici disponibili di importo inferiore alle
soglie UE incoraggiare le loro autorità
contraenti a suddividere, ove possibile, i
contratti in lotti e rendere più visibili le
possibilità di subappalto rammentare alle loro
autorità contraenti l’obbligo che esse hanno di
evitare qualifiche e requisiti finanziari
sproporzionati incoraggiare il dialogo
costruttivo e la comprensione reciproca tra PMI
e grandi acquirenti attraverso l’informazione,
la formazione, il controllo e lo scambio di
pratiche esemplari ricentrare la politica degli
aiuti di Stato per andare incontro alle esigenze
delle PMI, compresa la formulazione di
interventi più mirati. |
- VI. L’UE e gli Stati membri dovranno agevolare l’accesso delle PMI al credito, in particolare ai capitali di rischio, al microcredito e al finanziamento mezzanino e sviluppare un contesto giuridico ed economico che favorisca la puntualità dei pagamenti nelle transazioni commerciali.
Ottenere un tipo di finanziamento adeguato può essere un grosso problema per imprenditori e PMI: dopo gli oneri amministrativi, è la seconda preoccupazione della lista. E ciò malgrado gli aiuti pubblici della UE come il Programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP), dotato di 1 miliardo di euro per sostenere l’accesso delle PMI al credito, in gran parte veicolato tramite il gruppo della BEI. Entro il 2013, la politica di coesione dedicherà 27 miliardi di euro circa al sostegno esplicito delle PMI. 10 miliardi di euro circa saranno elargiti attraverso strumenti d’ingegneria finanziaria, tra cui JEREMIE e 3,1 miliardi di euro lo saranno attraverso capitali di rischio. Le PMI possono anche ricorrere al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, perché tra l’altro promuove lo spirito imprenditoriale e incoraggia la diversificazione economica delle zone rurali.
L’avversione di rischio fa sì che spesso investitori e banche evitino di finanziare aziende appena o da poco fondate. Possibili carenze di mercato del sistema creditizio verso le PMI vanno identificate e corrette per dare ulteriore impulso ai mercati europei dei capitali di rischio, migliorare l’accesso delle PMI al microcredito e al finanziamento mezzanino e sviluppare nuovi prodotti e nuovi servizi. Inoltre, molti imprenditori vanno orientati e istruiti sui vantaggi e gli svantaggi delle varie forme creditizie e sui modi per presentare i progetti d’investimento a potenziali finanziatori.
Infine, le PMI hanno spesso una dotazione insufficiente di capitale proprio, debolezza accentuata dalla cultura, tutta europea, dei pagamenti tardivi. Di fatto, a seconda dei paesi, le PMI devono attendere in media tra 20 e 100 giorni per farsi pagare le loro fatture. Un’insolvenza su quattro è dovuta a pagamenti in ritardo. Ciò provoca la perdita ogni anno di 450 000 posti di lavoro e di 25 miliardi di euro.
La Commissione condivide la valutazione del Gruppo Banca europea per gli investimenti (che associa la BEI e il FEI), secondo la quale va ulteriormente migliorato l’accesso delle PMI al credito, e vede quindi con favore i suoi sforzi per aggiornare i propri prodotti, semplificarne l’uso e ampliarne il campo d’applicazione a partire dal 2008. La Commissione ha accolto con soddisfazione l’istituzione da parte del Gruppo BEI di un nuovo “Microfondo” dotato di un capitale iniziale di 40 milioni di euro (di cui 16 milioni erogato dalla BEI) per sostenere istituzioni non bancarie di microfinanziamento nel quadro della nuova iniziativa sul microcredito della Commissione. La Commissione plaude inoltre all’iniziativa della BEI di istituire un meccanismo di finanziamento mezzanino destinato alle PMI più piccole, nonché strumenti finanziari specifici a rischio ripartito con le banche commerciali, particolarmente adatti alle esigenze di PMI innovative a crescita rapida e di aziende di medie dimensioni e in grado di correggere note disfunzioni del mercato.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
valuterà l’opzione di
introdurre un regime di collocamento privato che
faciliti gli investimenti transfrontalieri al
fine di rafforzare i mercati europei dei
capitali di rischio assiste già ora gli Stati
membri nell’elaborazione di programmi di alta
qualità destinati a sviluppare la propensione a
investire;
gli Stati membri dovranno cercare di:
elaborare programmi creditizi che suppliscano
alla mancanza di finanziamenti tra 100 000 e 1
milione di euro, soprattutto con strumenti che
combinino indebitamento e capitale proprio, nel
rispetto delle norme sugli aiuti di Stato
eliminare gli ostacoli normativi e fiscali che
impediscono ai capitali di rischio operanti nel
mercato unico di investire alle stesse
condizioni dei fondi nazionali far sì che
l’imposizione fiscale sugli utili societari
incoraggi gli investimenti far pieno uso dei
finanziamenti disponibili nei programmi per la
politica di coesione e del Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale, a favore delle
PMI. |
- VII. L’UE e gli Stati membri devono aiutare le PMI a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico, soprattutto migliorando la governance e l’informazione sulle politiche del mercato unico, permettendo che gli interessi delle PMI siano meglio rappresentati in sede di elaborazione delle norme e facilitando l’accesso delle PMI ai brevetti e ai modelli depositati.
Il mercato unico è stato concepito per consentire alle imprese di accedere a un ampio mercato comune di oltre 500 milioni di consumatori, funzionante con regole comuni. La semplificazione, che ha fatto sostituire 27 serie di norme nazionali diverse con una serie di norme per il mercato interno dell’UE, è particolarmente vantaggiosa per le PMI. Un mercato unico effettivamente funzionante è un ambito competitivo in grado di dare alle PMI la capacità di trarre vantaggio dalla globalizzazione e di aprire nuove opportunità alla conoscenza e all’innovazione. Oggi, tuttavia, le PMI non possono approfittare di tutte le possibilità fornite dal mercato unico, soprattutto perché mancano informazioni sulle opportunità commerciali e sulle regole vigenti in altri Stati membri, e perché le competenze linguistiche sono insufficienti. I costi e i rischi legati all’osservanza di numerosi sistemi legislativi nazionali impediscono spesso alle aziende di ampliare le loro attività all’estero.
Anche le PMI possono beneficiare di aiuti pubblici sotto forma di consulenze, o di reti di collegamento, e di assistenza per difendersi contro le pratiche commerciali sleali. In particolare, la rete Enterprise Europe Network recentemente lanciata dalla Commissione può, tra l’altro, assistere le PMI con informazioni e consulenze riguardo alle opportunità offerte dal mercato unico.
Inoltre, le PMI devono poter partecipare all’elaborazione delle norme e potervi accedere in misura adeguata, il che comprende anche la certificazione.
Infine, per sottolineare l’importanza dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) delle PMI, la Commissione sta mettendo a punto un sistema europeo dei brevetti efficiente, redditizio, di alta qualità e giuridicamente sicuro, comprendente il brevetto comunitario e una giurisdizione dei brevetti su scala europea.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
si adoprerà affinché le PMI
beneficino delle attuali politiche di apertura
del mercato raccogliendo informazioni sul
funzionamento del mercato unico, ampliando l’uso
dei controlli sui mercati e sui settori in modo
da identificare le disfunzioni del mercato e da
intervenire là dove i vantaggi economici sono
maggiori presenterà nel 2008 un piano d’azione
teso a promuovere l’uso dell’autenticazione e
della firma elettroniche interoperabili e
lancerà nel 2° trimestre del 2009 iniziative
dirette a tutte gli interessati per aiutare le
PMI a partecipare alle catene globali di
fornitura aumenterà il finanziamento dell’UE (a
1 milione di euro nel 2008 e a 2,1 milioni di
euro dal 2009) che promuove la partecipazione e
la difesa degli interessi delle PMI nella
normalizzazione e migliora l’informazione delle
PMI sulle norme europee e il loro uso agevolerà
l’accesso al sistema del marchio comunitario,
riducendo decisamente le tasse sul marchio
comunitario nel quadro di una soluzione globale
delle prospettive finanziarie dell’Ufficio per
l’armonizzazione nel mercato interno (UAMI) si
adoprerà per eliminare la frammentazione delle
norme a tutela dei consumatori e agevolare il
commercio transfrontaliero delle PMI, anche
riducendo al minimo gli oneri amministrativi.
gli organismi di normazione europei dovranno
cercare di: riconsiderare, collaborando
strettamente con gli Stati membri e la
Commissione, il loro modello economico per
ridurre i costi di accesso alle norme,
cominciando da quelle elaborate a sostegno della
legislazione e delle politiche dell’UE istituire
uno o più helpdesk per le PMI, coordinati con i
rappresentanti delle loro associazioni
pubblicare sistematicamente sommari di norme
europee ed elenchi di riferimenti normativi, ad
accesso illimitato e in più lingue. gli Stati
membri dovranno cercare di: garantire la
corretta applicazione del principio di
riconoscimento reciproco potenziare il sistema
di risoluzione di problemi SOLVIT per
dirimere senza formalità, velocemente e
pragmaticamente problemi posti dall’esercizio
dei diritti nel mercato unico incoraggiare
organismi di normazione nazionali a
riconsiderare il loro modello economico per
ridurre i costi di accesso alle norme vigilare
sull’equilibrio delle nomine nei comitati di
normalizzazione invitare organismi nazionali e
organismi europei di normalizzazione a
organizzare campagne di promozione e
d’informazione per incoraggiare le PMI a fare un
uso migliore delle norme e a commentare il loro
contenuto fornire alle PMI servizi di
consulenza, comprendenti forme di sostegno per
difendersi dalle pratiche commerciali sleali.
- VIII. L’UE e gli Stati membri devono promuovere l’aggiornamento delle competenze nelle PMI e ogni forma di innovazione.
Essi devono incoraggiare le PMI a investire nella ricerca, a partecipare ai programmi di aiuto alla R&S, alla ricerca transnazionale, ai raggruppamenti di imprese e alla gestione attiva della proprietà intellettuale.
Oltre il del 60% delle aziende che hanno risposto alla consultazione ritiene che la scuola non fornisca le competenze richieste dagli imprenditori e dal personale di cui hanno bisogno. Ciò evidenzia la necessità sociale di fornire ai giovani competenze essenziali, come leggere, scrivere nonché altre in scienze naturali, gestione, materie tecniche, informatiche e linguistiche e di permettere loro di essere creativi. Le PMI soffrono soprattutto della mancanza di manodopera specializzata nel campo delle nuove tecnologie. È in questo contesto che va attuato il quadro di riferimento europeo sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente, che mira a offrire le competenze di base necessarie a tutti i giovani.
Tra il 2007 e il 2013, la politica europea di coesione sosterrà iniziative tese a promuovere l’adattabilità di lavoratori, imprenditori e imprese con 13,5 miliardi di euro circa. Una parte notevole di tale importo è direttamente dedicata alle PMI. Si stima inoltre che il contributo per avviare attività autonome e imprese ammonti a 2,8 miliardi di euro. Infine, la Commissione sta compilando un elenco di competenze che in futuro saranno necessarie nella UE.
Legato alla scarsa diffusione di competenze, c’è il problema delle potenzialità di ricerca e innovazione che non vengono sfruttate. Nell’UE, solo 3 PMI su 10 hanno dichiarato nel 2007 di avere nuovi prodotti o di avere un reddito da nuovi prodotti. È perciò importante integrare meglio le PMI nella comunità della ricerca e intensificare i legami tra università e PMI.
È inoltre necessario incoraggiare la gestione attiva della proprietà intellettuale da parte delle PMI, permettendo, ad esempio, la fatturazione on-line (e-invoicing) e l’amministrazione on-line (e-government).
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
amplierà un programma teso a
promuovere la mobilità degli apprendisti in seno
al programma Leonardo Da Vinci per il 2010 nel
2008, aiuterà gli interessati a sviluppare un
portale on-line sulle competenze e le
professioni nelle TIC che permetta alle aziende
di autovalutare le loro necessità in materia e
di migliorare la professionalità e le qualifiche
del proprio personale; essa pubblicherà nel 2008
una guida on-line del commercio elettronico, che
aiuterà le PMI a effettuare un’autodiagnosi le
loro necessità in questo campo semplificando,
migliorando l’informazione e aumentando i tassi
di finanziamento, continuerà a sforzarsi di
ottimizzare la partecipazione delle PMI al 7°
Programma quadro di RST (7° PQ). incoraggerà la
crescita delle PMI, facendo sì che una PMI che
partecipi a un progetto del 7° PQ possa
beneficiare del trattamento di PMI per l’intera
durata del progetto, anche se, in quel periodo,
supera i massimali per le PMI semplificando le
norme che regolano gli aiuti di Stato per gli
Stati membri, sosterrà, soprattutto con il
regolamento generale di esenzione per categoria,
la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione
accelererà l’emergere di imprese ad alto tasso
di crescita sviluppando le capacità di ricerca e
di innovazione delle PMI, grazie soprattutto a
un maggior coordinamento dei programmi e delle
iniziative nazionali consultandosi con gli Stati
membri, elaborerà strategie di raggruppamento
(cluster) che includeranno iniziative tese alla
cooperazione transnazionale di cluster, ad
agevolare l’accesso dei cluster ai nuovi mercati
e all’adozione di misure per ampliare la
partecipazione delle PMI ai cluster innovativi
cercherà di sostenere la partecipazione delle
PMI al trasferimento di conoscenze, anche
lanciando un progetto pilota per aiutare a
finanziare la commercializzazione della
proprietà intellettuale incoraggerà la
partecipazione attiva delle PMI alle attività
svolte dall’Istituto europeo di innovazione e
tecnologia (IET), per permettere loro di
approfittare dei trasferimenti di conoscenza che
lo IET stimola. gli Stati membri dovranno
cercare di: incoraggiare gli sforzi delle PMI
tesi a internazionalizzarsi e divenire imprese
ad alto tasso di crescita, anche attraverso la
partecipazione a cluster innovativi stimolare la
crescita delle competenze delle PMI in campi
come la ricerca e l’innovazione, semplificando,
ad esempio, l’accesso a infrastrutture pubbliche
di ricerca, usando servizi di R&S, assumendo
personale specializzato e con la formazione,
come permette il nuovo quadro comunitario per
gli aiuti di Stato alla ricerca, allo sviluppo e
all’innovazione. aprire i programmi di ricerca
nazionali, se procura vantaggi reciproci alle
PMI di altri Stati membri e far accedere le PMI
ad attività transnazionali di ricerca, per
esempio mediante una programmazione congiunta
nel momento i cui attuano la politica di
coesione, permettere alle PMI un agevole accesso
ai finanziamenti relativi allo spirito
imprenditoriale, all’innovazione e alla
conoscenza aiutare lo sviluppo di un’identità
elettronica delle imprese, per permettere
l’e-invoicing e l’e-government incoraggiare le
aziende, soprattutto le PMI e altre parti
interessate, come gli enti appaltanti, a
partecipare ad azioni miranti a una rapida
attuazione dell’iniziativa sui mercati-guida. |
- IX. L’UE e gli Stati membri devono permettere alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità
Essi devono fornire maggiori informazioni, esperienza e incentivi finanziari per sfruttare a fondo le opportunità dei nuovi mercati “verdi” e incrementare l’efficienza energetica, anche attuando sistemi di gestione ambientale nelle PMI.
I mutamenti climatici, la penuria di energia e lo sviluppo sostenibile sono problemi centrali per le PMI, che devono adottare modelli di produzione ed economici più sostenibili. La domanda di prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente apre anche la strada a nuove opportunità.
Solo il 29% delle PMI ha introdotto misure per risparmiare energia o materie prime (rispetto al 46% delle grandi imprese). Solo il 4% delle PMI della UE si è dotata di un sistema completo per l’efficienza energetica rispetto al 19% delle grandi imprese. Le PMI sono particolarmente vulnerabili di fronte all’attuale aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime e alle previsioni sui mutamenti climatici e devono aumentare la loro efficienza e la loro capacità di adeguarsi a queste sfide, per trasformarle in opportunità.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
cerca di agevolare l’accesso
delle PMI al Sistema di ecogestione e di audit
(Eco-management and audit system - EMAS) grazie
a procedure ambientali più leggere, a riduzioni
fiscali e alla possibilità di una registrazione
di gruppo (cluster) finanzierà una rete di
esperti di questioni ambientali e di efficienza
energetica in seno all’Enterprise Europe
Network, che offre consulenza per operazioni
eco-efficienti, potenzialità di mercato e
opportunità di finanziamento per far funzionare
in modo più efficiente soprattutto le PMI
svilupperà nuove forme di contributo all’avvio
di imprese innovative e di PMI nel campo
dell’eco-innovazione, per facilitare l’accesso
al mercato, il trasferimento tecnologico, l’uso
delle norme e l’accesso al credito, in linea con
le attuali norme sugli aiuti di Stato gli Stati
membri dovranno cercare di: incentivare imprese
e prodotti eco-efficienti (p. es. con incentivi
fiscali, dando la priorità a sovvenzioni per
finanziare imprese sostenibili), in linea con la
Disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per
la tutela dell’ambiente e ricorrere
all’approccio semplificato all’aiuto ambientale
per le PMI, sviluppato in seno al GBER usare
completamente il bilancio di 2,5 miliardi circa
assegnato ai programmi della politica di
coesione a sostegno di prodotti e processi
ecologici nelle PMI.
- X. L’UE e gli Stati membri devono incoraggiare e sostenere le PMI perché beneficino della crescita dei mercati all’esterno della UE, in particolare attraverso aiuti mirati al mercato e attività di formazione imprenditoriale.
Solo l’8% delle PMI europee (microimprese: 7%) dichiara un fatturato all’esportazione: dato largamente inferiore a quello delle grandi imprese (28%). Inoltre, solo il 12% degli input di una PMI media è acquistato all’estero.
Mercati a crescita rapida celano un potenziale non sfruttato per molte PMI europee. In particolare, i recenti allargamenti dell’UE hanno dato vita a nuove importanti opportunità per le aziende degli Stati membri sia “vecchi” che “nuovi”. Ciò dimostra l’importanza di sfruttare a fondo il potenziale delle opportunità di mercato nei paesi candidati e in quelli coinvolti nella politica europea di vicinato.
Le barriere commerciali ostacolano più le PMI che le aziende di grandi dimensioni, a causa della limitatezza delle loro risorse e della minor capacità di assorbire rischi, specie se operano su mercati altamente competitivi. Per potere accedere a questi mercati, le PMI hanno perciò bisogno di assistenza per ottenere informazioni su potenziali partner e sull’apertura di tali mercati. È anche necessario aiutarle a superare ostacoli culturali agli scambi economici e differenze in campo normativo e giuridico.
Perché le PMI possano beneficiare delle opportunità offerte dalla globalizzazione, occorre assolutamente migliorare l’accesso ai mercati degli appalti e all’esercizio dei diritti di proprietà intellettuale, garantire una concorrenza leale e agevolare l’accesso al mercato.
Per tradurre questo principio in pratica:
la Commissione:
ha istituito, nei principali
mercati d’esportazione, gruppi specializzati
nell’accesso al mercato composti da consulenti
commerciali degli Stati membri e da
organizzazioni di imprese dell’UE; essi
cercheranno di migliorare l’informazione delle
PMI sulle barriere commerciali esistenti nei
mercati all’esterno della UE agirà a favore
dell’apertura dei mercati dei paesi terzi,
soprattutto nelle economie sviluppate e in
avanzata fase di sviluppo, attraverso negoziati
del WTO e accordi bilaterali in particolare si
adoprerà per l’apertura dei mercati degli
appalti pubblici nei paesi non UE, il che
dovrebbe generare vantaggi reciproci, con
negoziati bilaterali e multilaterali (Accordo
del WTO sugli appalti pubblici ) soprattutto con
i paesi in rapida crescita promuoverà
un’agevolazione degli scambi sia nell’ambito del
WTO che in negoziati bilaterali cercherà di
facilitare l’accesso delle PMI europee ai
mercati dei paesi candidati e di quelli
coinvolti nella politica europea di vicinato,
attraverso Enterprise Europe Network, la
promozione in tali paesi del principio “Pensare
anzitutto in piccolo”, e gli scambi di pratiche
esemplari basate sulla Carta europea delle
piccole imprese e lo SBA istituirà Centri
Europei d’Impresa nel 2009 nei mercati
selezionati, cominciando dalle economie a
crescita rapida dell’India e della Cina lancerà
il progetto “Gateway to China” (Entrare in Cina)
incentrato su un programma di formazione quadri
in Cina per permettere alle PMI europee entro il
2010 di essere più competitive nel mercato
cinese. gli Stati membri dovranno cercare di:
far sì che le grandi imprese incoraggino le PMI
ad affermarsi sui mercati internazionali.
5. ATTUAZIONE DELL’SBA E DELLA GOVERNANCE
Fin da quando la Commissione la lanciò (ottobre 2007), l’idea di un “Small Business Act” per l’Europa ha alimentato molte aspettative. Ampiamente sostenuta dai governi, dal Parlamento europeo e dall’insieme delle PMI, è importante che sia accuratamente attuata. Ciò richiede tutto l’impegno politico della Commissione e degli Stati membri. Come base di un rinnovato impegno verso le PMI, la Commissione invita perciò il Consiglio europeo ad accogliere con favore e a sostenere lo “Small Business Act” per l’Europa, ad approvarne i 10 principi e a impegnarsi ad attuare le azioni proposte. La Commissione invita inoltre il Consiglio e il Parlamento ad approvare rapidamente le relative proposte legislative.
Per permetterne un’efficiente attuazione e un aggiornamento regolare dei suoi risultati, lo SBA sarà completamente inserito nella Strategia per la crescita e l’occupazione. Gli Stati membri sono perciò invitati ad approfittare dell’aggiornamento del ciclo di Lisbona fissato per la fine del 2008 per tener conto dell’SBA nei programmi nazionali di riforma e nelle relazioni annuali d’attuazione. Gli Stati membri possono ispirarsi all’allegata rassegna di pratiche esemplari nell’UE; la Commissione continuerà a fornire una piattaforma per lo scambio delle pratiche migliori.
La Commissione valuterà i progressi realizzati nell’attuare l’SBA e, dal 2008, riferirà in merito regolarmente nel quadro della Strategia per la crescita e l’occupazione. Ciò permetterà al Consiglio europeo di esaminare i progressi nel campo della politica a favore delle PMI sia a livello Comunitario che di Stati membri e di trarne le dovute conclusioni.
Allegato: Scambio di pratiche esemplari nella politica delle PMI
Lo scambio delle pratiche esemplari nella politica a favore delle PMI è divenuto un ottimo strumento per attuare la Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Dal 2000, la Commissione raccogli esempi di pratiche esemplari in vari campi. Quelli raccolti nell’ambito della Carta europea delle piccole imprese sono disponibili nel catalogo on-line della Carta al seguente indirizzo:
http://ec.europa.eu/enterprise/enterprise_policy/charter/gp
I Premi all’impresa europea riconoscono l’eccellenza nella promozione dello spirito d’impresa a livello regionale e ricompensano iniziative eccezionali. Una raccolta di pratiche esemplari nella promozione delle imprese si trova al seguente indirizzo:
http://ec.europa.eu/enterprise/entrepreneurship/smes/awards/download/compendium_2007_en_lowres.pdf
Il presente allegato fornisce alcuni esempi di pratiche esemplari degli Stati membri, che possono essere utili come punto di riferimento per attuare l’SBA.