Decreto del Ministro dell'Ambiente 11 aprile 2008
Approvazione del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel
settore della pubblica amministrazione
(vedasi anche la revisione con d.m. 10 aprile 2010)
(vedasi anche tutti i criteri minimi vigenti sul sito del Ministero della Transizione Ecologica)
Il Piano d'azione recato dal presente decreto è stato aggiornato con Dm 10 aprile 2013. In particolare, il nuovo Dm (come testualmente recita) "conferma e aggiorna i capitoli 1, 2 e 3, sostituisce i capitoli 4, 6 e 7 ed elimina il capitolo 8 del Pan Gpp adottato con Di 11 aprile 2008."
Costituiscono atti attuativi del presente provvedimento:
Dm Ambiente 12 ottobre 2009
Dm Ambiente 22 febbraio 2011 (Criteri ambientali minimi per l'acquisto di prodotti tessili e di arredi) (sostituito dal Dm Ambiente 11 gennaio 2017)
Dm Ambiente 25 luglio 2011 (Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari) (sostituito dal Dm Ambiente 10 marzo 2020)
Dm Ambiente 7 marzo 2012
Dm Ambiente 24 maggio 2012 (Criteri ambientali minimi per l'affidamento del Servizio di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene) (sostituito dal Dm Ambiente 29 gennaio 2021)
Dm Ambiente 6 giugno 2012 (Guida per l'integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici)
Dm Ambiente 4 aprile 2013
Dm Ambiente 13 dicembre 2013 (Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico) (sostituito dal Dm Ambiente 10 marzo 2020)
Dm Ambiente 23 dicembre 2013 (Criteri ambientali minimi per l’acquisto di lampade a scarica ad alta intensità e moduli led per illuminazione pubblica, per l’acquisto di apparecchi di illuminazione per illuminazione pubblica e per l’affidamento del servizio di progettazione di impianti di illuminazione pubblica) (sostituito dal Dm Ambiente 27 settembre 2017)
Dm Ambiente 13 febbraio 2014 (Criteri ambientali minimi per «Affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani» (sostituito dal Dm MiTE 23 giugno 2022) e «Forniture di cartucce toner e cartucce a getto di inchiostro e affidamento del servizio integrato di ritiro ... »)
Dm Ambiente 5 febbraio 2015 (Criteri ambientali minimi per l’acquisto di articoli per l’arredo urbano)
Dm Ambiente 24 dicembre 2015 (Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici ...) (sostituito dal Dm Ambiente 11 gennaio 2017)
Dm Ambiente 11 gennaio 2017 (Adozione dei criteri ambientali minimi per gli arredi per interni (sostituito dal Dm MiTE 23 giugno 2022), per l'edilizia (sostituito dal Dm MiTE 23 giugno 2022) e per i prodotti tessili)
Dm Ambiente 27 settembre 2017 (Criteri ambientali minimi per l’acquisizione di sorgenti luminose ..., l’acquisizione di apparecchi ..., l’affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica)
Dm Ambiente 11 ottobre 2017 (Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici (allegato)
Dm Ambiente 28 marzo 2018 (Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di illuminazione pubblica)
Dm Ambiente 10 marzo 2020 (Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde)
Dm Ambiente 10 marzo 2020 (Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari)
Dm Ambiente 29 gennaio 2021 (Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di pulizia e sanificazione di edifici e ambienti ad uso civile, sanitario e per i prodotti detergenti) (integrato dal Dm MiTE 24 settembre 2021Dm MiTE 23 giugno 2022 (Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l'affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l'affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi (Allegato)
Dm MiTE 23 giugno 2022 (Criteri ambientali minimi per «Affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani, della pulizia e spazzamento e altri servizi di igiene urbana, della fornitura di contenitori e sacchetti per la raccolta dei rifiuti urbani, della fornitura di veicoli, macchine mobili non stradali e attrezzature per la raccolta e il trasporto di rifiuti e per lo spazzamento stradale»
Dm MiTE 23 giugno 2022 (Criteri ambientali minimi per «Affidamento del servizio di fornitura, noleggio ed estensione della vita utile di arredi per interni.»
Sono atti correlati al presente provvedimento:
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con Il Ministro dell'economia e delle finanze e Il Ministro dello sviluppo economico
Vista la Comunicazione sulla Politica integrata dei prodotti (Ipp) "Sviluppare
il concetto di ciclo di vita ambientale", Com 302(2003) del 18 giugno 2003, che
individua tra gli strumenti utili per la attuazione di tale strategia, quello
degli "acquisti verdi della pubblica amministrazione", altrimenti definito come
Green Public Procurement (Gpp), che, orientando la domanda pubblica verso beni e
servizi migliori sotto il profilo ambientale, consente di conseguire specifici
obiettivi strategici ambientali, di innescare un meccanismo di leva volto a
modificare modelli di produzione e di consumo, di incoraggiare investimenti nel
campo dell'innovazione ambientale, favorendo pertanto un modello di sviluppo
sostenibile;
Vista la medesima comunicazione che, al fine di diffondere la pratica di
integrare la dimensione ambientale negli appalti pubblici, invita gli Stati
membri ad elaborare entro il 2006 dei Piani d'azione nazionale sugli acquisiti
verdi;
Visto il documento elaborato dalla Commissione europea nel 2005 "Linee guida per
la definizione dei Piani d'azione sugli acquisti pubblici verdi" che traccia in
maniera più puntuale i contenuti e i principi generali che debbono contenere i
piani medesimi e sintetizza lo stato dell'arte degli altri Paesi membri
dell'Unione europea;
Viste le disposizioni in tema di tutela dell'ambiente e di promozione dello
sviluppo sostenibile contenute nel decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163
"Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in
attuazione delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce";
Considerato che il Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del
mare, al fine di rispondere alle indicazioni della Commissione europea, ha
elaborato, tramite il confronto con rappresentanze dell'Anci, dell'Upi, del
gruppo di lavoro sul Gpp del Coordinamento delle Agende 21 locali, dell'Apat,
una proposta di Piano d'azione;
Considerato che tale documento, sottoposto in data 14 dicembre 2006 alla
consultazione in seno al Consiglio economico e sociale per le politiche
ambientali (Cespa), organo consultivo per le politiche ambientali presieduto dal
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e costituito
dal vertice istituzionale delle maggiori organizzazioni nazionali delle parti
economiche e sociali, è stato accolto positivamente;
Visto l'articolo 1, comma 1126, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 che, in
linea con i documenti sopra richiamati, autorizza la spesa di 50.000 euro per
l'anno 2007 per l'attuazione e il monitoraggio di un "Piano d'azione per la
sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica
amministrazione", predisposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze
e dello sviluppo economico, d'intesa con le Regioni e le Province autonome di
Trento e di Bolzano e sottoposto all'approvazione dalla Consip Spa;
Visti i commi 1126 e 1127 dell'articolo 1 della citata legge n. 296/2006 che
stabiliscono che detto Piano prevede l'adozione di misure volte all'integrazione
delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure d'acquisto pubblico
ed indica gli obiettivi di sostenibilità ambientale da conseguire in determinate
categorie merceologiche oggetto di procedure di acquisto pubbliche;
Visto il comma 1128 del citato dell'articolo 1 della legge n. 296/2006 che
istituisce un Comitato composto dai Ministri competenti e dai presidenti delle
Regioni interessate, deputato al monitoraggio degli obiettivi del piano di cui
al citato comma 1127;
Considerato che il medesimo documento, sottoposto altresì al confronto con i
dicasteri di cui all'articolo 1, comma 1126, della legge n. 296/2006, e con
Consip Spa emendato alla luce delle osservazioni pervenute, costituisce la
strategia generale del "Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della pubblica amministrazione";
Visto il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare Gab/Dec/185/2007 del 18 ottobre 2007, che, così come indicato nella
succitata proposta di Piano d'azione, al fine garantire il supporto tecnico al
Comitato dei Ministri previsto dal citato comma 1128 della legge n. 296/2006, e
al fine di seguire l'attuazione del Piano stesso, istituisce il "Comitato di
gestione";
Considerato che nella seduta del 20 dicembre 2007 della Conferenza unificata
Stato Regioni e Province autonome di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997,
n. 281, è stata sancita l'intesa sul Piano medesimo;
Vista la nota del 21 dicembre 2007, n. 20799/2007 con la quale la Consip Spa, ha
trasmesso per l'approvazione il Piano d'azione, come previsto al citato comma
1126 della citata legge n. 296/2006;
Ritenuto necessario adottare il Piano d'azione per la sostenibilità ambientale
dei consumi nel settore della pubblica amministrazione;
Decreta:
Articolo 1. Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione
È approvato il "Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione" (di seguito Piano d'azione), di cui all'unito allegato, che forma parte integrante del presente decreto, volto a favorire la diffusione e l'implementazione di pratiche d'acquisto sostenibili presso le amministrazioni aggiudicatrici di cui all'articolo 3, comma 25, del decreto legislativo n. 163/2006.
Articolo 2. Criteri ambientali minimi
Con successivi decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti i Ministeri concertanti, saranno definiti, per le categorie merceologiche indicate all'articolo 1, comma 1127, della legge n. 296/2006, gli specifici obiettivi di sostenibilità ambientale così come definiti al paragrafo 4.3 del citato Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione, che rappresenteranno le"misure" previste dal comma 1126 della legge n. 296/2006.
Articolo 3. Gestione del Piano d'azione
Per la gestione delle attività previste dal Piano d'azione, così come in
dettaglio indicato al capitolo 6 del Piano d'azione, opera il "Comitato di
gestione" di cui al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare Gab/Dec/185/2007 del 18 ottobre 2007, con funzioni di
coordinamento operativo, e un "Tavolo di lavoro permanente" composto dalle
rappresentanze delle Regioni, degli enti locali e delle parti interessate, con
funzioni consultive.
Per le attività svolte dal "Comitato di gestione" e dal "Tavolo di lavoro
permanente" non è prevista alcuna spesa per compensi, e i rimborsi delle spese
di missione sono a carico delle amministrazioni e degli enti di appartenenza.
L'istituzione e il funzionamento di tali organismi non comporteranno nuovi e
maggiori oneri per la finanza pubblica.
Articolo 4. Modifiche
Il Piano d'Azione è sottoposto a revisione almeno triennale. Gli obiettivi generali del Piano d'azione e le sue indicazioni potranno essere aggiornati con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sentiti i Ministri concertanti, a seguito di nuove indicazioni da parte della Commissione europea e alla luce di considerazioni emergenti dai risultati delle attività di monitoraggio del Piano stesso.
Il presente decreto, unitamente all'allegato Piano d'azione, è pubblicato, nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.
Allegato - Piano
d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica
amministrazione
(ovvero Piano nazionale d'azione sul Green public procurement — Pan Gpp)
Premessa
La Commissione europea, nella Comunicazione 2003/302 sulla politica integrata dei prodotti — Sviluppare il concetto di "ciclo di vita ambientale", ha fissato l'obiettivo di incoraggiare "....gli Stati membri a dotarsi di piani d'azione accessibili al pubblico per l'integrazione delle esigenze ambientali negli appalti pubblici".
Tali piani:
"... dovranno contenere una valutazione della situazione esistente e stabilire
obiettivi di ampia portata da conseguire entro tre anni, specificando
chiaramente le misure da adottare a tal fine. I piani, elaborati per la prima
volta entro la fine del 2006 e in seguito sottoposti a revisione ogni tre anni,
non saranno giuridicamente vincolanti, ma serviranno a dare impulso politico al
processo di attuazione delle misure necessarie a favorire una maggiore
considerazione degli aspetti ambientali negli appalti pubblici e alle iniziative
di sensibilizzazione, consentendo agli Stati membri di scegliere le soluzioni
che più si adattano al loro quadro politico e al livello già raggiunto, e
permettendo contemporaneamente lo scambio delle migliori pratiche in materia."
La Commissione europea ha in seguito emanato Linee Guida specifiche per la
redazione dei Piani d'Azione Nazionali sul Gpp.
La Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Finanziaria 2007) ha previstoall'articolo 1
comma 1126:
"... l'attuazione e il monitoraggio di un "Piano d'azione per la
sostenibilità
ambientale dei consumi della pubblica amministrazione", predisposto dal
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto
con i Ministri dell'Economia e Finanze e dello Sviluppo Economico ..."
Nei successivi commi 1127 e 1128 sono indicati rispettivamente le categorie
merceologiche e il Comitato Ministeriale preposto al monitoraggio degli
obiettivi di sostenibilità ambientale.
1. Definizione, obiettivi e contesto del Gpp
1.1. Il Gpp come strumento della Politica integrata di prodotto
La definizione ufficiale di Gpp (Green Public Procurement o Acquisti sostenibili
della Pubblica Amministrazione) cui fa riferimento la Commissione europea è:
"Il Gpp è l'approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i
criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la
diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il
profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle
soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull'ambiente lungo l'intero
ciclo di vita"
Da tale definizione derivano alcune considerazioni che è bene sottolineare.
Il Gpp è un importante strumento non solo per le politiche ambientali ma anche
per la promozione dell'innovazione tecnologica, contribuendo al raggiungimento
degli obiettivi delle politiche sulla competitività dell'Unione europea
(Strategia di Lisbona). A questo proposito va ricordato come anche il Piano
d'azione per le Tecnologie Ambientali (Etap), il cui scopo è quello di
introdurre e diffondere nel mercato le tecnologie ambientali, conferisce al Gpp
un ruolo di rilievo.
Il Gpp ha l'obiettivo di integrare considerazioni di carattere ambientale
all'interno dei processi di acquisto delle Pubbliche amministrazioni e di
orientarne le scelte su beni, servizi e lavori che presentano i minori impatti
ambientali; può avere quindi un ruolo molto importante per la diffusione di un
mercato e di una cultura più attenti all'ambiente. Va in particolare
sottolineato come l'integrazione degli aspetti ambientali nei processi di
acquisto si basa su una visione d'insieme di tutto il ciclo di vita, permettendo
così di prendere in considerazione non solo gli aspetti attribuibili alla
progettazione, alla produzione, all'uso e allo smaltimento, ma anche i costi
effettivi per la collettività. Tale impostazione determina la stessa
potenzialità del Gpp che può essere considerato uno strumento di contenimento
della spesa pubblica in quanto confronta non solo il costo di produzione del
bene ma il suo intero ciclo di vita, oltre a proporre un modello culturale di
contenimento dei consumi e di "dematerializzazione", il tutto in conformità con
quanto previsto dagli articoli 68, 93, 154 e dall'Allegato VIII del Dlgs 12
aprile 2006, n. 163.
Si ricorda inoltre che lo stesso Dlgs 12 aprile 2006, n. 163 prevede, al citato
articolo 68, che "ogniqualvolta sia possibile" devono essere tenuti in
considerazione gli aspetti di tutela ambientale nell'individuazione delle
specifiche tecniche. Tale impostazione rappresenta una forte indicazione
normativa da seguire per le Pubbliche amministrazioni, non comportando un
maggiore costo per la finanza pubblica.
L'approccio basato sul Ciclo di vita è quello che emerge dalla strategia europea
"politica integrata dei prodotti (Ipp)" che ha come documenti di base il Libro
Verde2 e la Comunicazione della Commissione sull'Ipp.3
La Politica integrata di prodotto ha lo scopo di rafforzare ed orientare le
politiche ambientali riguardanti i prodotti e servizi per promuovere lo sviluppo
di un mercato più "ecologico", incentrandosi, a tal fine, sul sistema
prodotto/servizio con un approccio basato sull'analisi del ciclo di vita;
propone una serie di strumenti e strategie mirati a indirizzare la
progettazione, stimolare la domanda e l'offerta, favorire scelte informate dei
consumatori e integrare le considerazioni economiche con quelle ambientali.
L'approccio Ipp si basa sulla constatazione che un intervento sul lato del
mercato possa agevolare il conseguimento di obiettivi ambientali in maniera più
efficace e in sinergia con le politiche ambientali settoriali.
Ecco perché il Gpp è considerato uno degli strumenti operativi più importanti
nell'ambito della Politica integrata di prodotto ed è una leva di mercato atta a
valorizzare i risultati resi possibili dall'utilizzo sinergico di una serie di
altri strumenti contenuti nella "cassetta degli attrezzi" della Ipp.
Va tenuto presente che gli acquisti pubblici dovrebbero fare riferimento ai tre
pilastri della sostenibilità (ambientale, economico e sociale) includendo tra i
criteri sociali quelli di sicurezza e salute ed integrandoli con quelli etici. A
questo proposito, sarebbe più opportuno parlare anche di Acquisti Sostenibili o
Spp (Sustainable Public Purchasing). Alcune esperienze si stanno avvicinando a
questo concetto più ampio, che tuttavia è ancora in fase di definizione
metodologica. Nel Piano d'azione nazionale (Pan), sono presi in considerazione
quegli aspetti etico-sociali riconosciuti su scala internazionale e che
rientrano nella prassi consolidata degli enti che sia a livello nazionale sia a
livello comunitario hanno adottato una politica Gpp (o, rectior, Sustainable
Pp).
Per avere un'idea del potenziale del Gpp sul mercato europeo basti considerare
che i volumi di spesa per acquisti delle P.a. in Europa sono mediamente pari al
16,3% del PIL (corrispondenti a 1.500 miliardi di Euro)4 ; la domanda di
prodotti, servizi e lavori"ecologici" può quindi interessare larghe fette delle
transazioni commerciali europee, influenzando il mercato, le imprese e i
prodotti / servizi o lavori ivi presenti e favorendo il raggiungimento di
obiettivi di miglioramento ambientale.
Un'azione sistematica di introduzione di criteri ambientali nelle forniture
pubbliche che persegue l'obiettivo di ridurre gli impatti ambientali associati
al ciclo di vita dei prodotti e di orientare il mercato in senso ambientale, può
avere una particolare rilevanza nel contribuire ad affrontare diversi problemi
ambientali.
1.2. Le potenzialità del Gpp
L'utilizzo del Gpp, in sinergia con gli altri strumenti Ipp, può produrre
significativi risultati ambientali strategici quali ad esempio la riduzione
delle emissioni di gas climalteranti, della produzione di rifiuti o della
produzione di sostanze pericolose.
Va anche evidenziato come il Gpp ha anche altre implicazioni per l'Ente che lo
applica e in generale per il contesto delle politiche ambientali ed economiche:
favorisce la diffusione di modelli di consumo e di acquisto sostenibili anche
presso le aziende private e i singoli cittadini, attraverso il ruolo di esempio
che le P.a. possono rivestire nei confronti dell'opinione pubblica;
favorisce la razionalizzazione della spesa pubblica, da un lato tramite la
diffusione di una cultura attenta a contenere i consumi non necessari non solo
presso chi materialmente effettua gli acquisti ma anche da parte del personale
che a vario titolo opera presso gli uffici pubblici, dall'altro tramite la
diffusione di un approccio più corretto per valutare il prezzo del bene/servizio
o lavoro oggetto d'acquisto. Il Gpp infatti facilita una considerazione del
costo totale, includendo, accanto al prezzo, anche i costi indiretti (connessi
all'utilizzo e allo smaltimento del prodotto stesso) in modo da effettuare
scelte d'acquisto convenienti dal punto di vista economico-finanziario in
un'ottica di medio e lungo termine (approccio Lcc — Life Cycle Costing);
inoltre, se affiancato da un'analisi costi-benefici/prestazionale, permetterebbe
una allocazione ottimale delle risorse da parte degli enti pubblici.
favorisce l'integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche
dell'ente, coinvolgendo in modo trasversale settori che tradizionalmente non si
occupano di ambiente (economato) e settori che possono incidere notevolmente
sulle performance ambientali dell'ente, quali i trasporti, le infrastrutture e
l'edilizia. Inoltre supporta i diversi strumenti di politica ambientale,
coerentemente con la logica della politica integrata dei prodotti promossa a
livello europeo, quali i programmi di miglioramento predisposti nell'ambito di
processi Emas o Iso 14001 o i piani d'azione dell'Agenda 21 o semplicemente la
volontà politica dell'ente di migliorare i propri impatti ambientali e
dimostrare i risultati internamente ed esternamente;
favorisce la diffusione di una cultura ambientale sia nel mercato dell'offerta
che della domanda. La politica degli acquisti sostenibili permette di rafforzare
in maniera significativa presso gli operatori economici gli stimoli esistenti in
favore delle ricerca e sviluppo e dell'innovazione, in particolare nel campo
delle tecnologie ambientali;
favorisce l'accrescimento delle competenze degli acquirenti pubblici in quanto
mette in prima linea la responsabilità e la capacità di ottimizzare da un punto
di vista economico e non solo finanziario le scelte d'acquisto;
* stimola le imprese a investire in R&S e a proporre soluzioni ecoinnovative che
possano soddisfare il committente pubblico o per esigenze specifiche o per
effettuare proposte di offerta più competitive in risposta a requisiti di
performance. La domanda pubblica può costituire un importante volano per
orientare l'offerta a qualificarsi verso l'ecoinnovazione che rientra anche tra
gli obiettivi strategici dell'Ue e presenta un nesso evidente con il Programma
Quadro per la competitività e l'innovazione.
2. Struttura del Piano d'azione nazionale per il Gpp
Il presente documento di Piano d'azione nazionale Gpp delinea la strategia per
la diffusione del Gpp, le categorie merceologiche, gli obiettivi ambientali di
riferimento qualitativi e quantitativi da raggiungere, gli aspetti metodologici
generali.
Con successivi decreti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare verranno definiti i criteri ambientali minimi, da inserire nelle
procedure d'acquisto sopra e sotto la soglia di rilievo comunitario, relativi
alle categorie merceologiche individuate dalla Legge Finanziaria per il 2007 e
coerenti con quelle individuate dal presente Piano. Nel Decreto di
individuazione dei requisiti ambientali minimi riferiti a ciascuna categoria,
saranno esplicitate le indicazioni metodologiche specifiche e gli obiettivi
settoriali.
Allo stato attuale, sono in corso di elaborazione i requisiti ambientali
relativi a gruppi omogenei di prodotto da parte della Commissione europea, alla
cui definizione concorrono gli esperti di tutti gli Stati Membri.
3. Il Piano d'azione nazionale per il Gpp
3.1. Lo scopo
Il Piano d'azione nazionale ha l'obiettivo di promuovere la diffusione del Gpp
presso gli enti pubblici e intende favorire le condizioni necessarie per far sì
che il Gpp possa dispiegare in pieno le sue potenzialità come strumento per il
miglioramento ambientale.
Coerentemente con le indicazioni fornite dalla Commissione, il Piano d'Azione
Italiano ha lo scopo di diffondere il Gpp attraverso le seguenti azioni:
coinvolgimento dei soggetti rilevanti per il Gpp a livello nazionale;
diffusione della conoscenza del Gpp presso la Pubblica Amministrazione e gli
altri enti pubblici, attraverso attività di divulgazione e di formazione;
definizione, per prodotti, servizi e lavori identificati come prioritari per gli
impatti ambientali e i volumi di spesa, di indicazioni metodologiche per la
costruzione di processi di acquisto"sostenibili" e di criteri ambientali da
inserire nei capitolati di gara;
definizione di obiettivi nazionali, da raggiungere e ridefinire ogni tre anni;
monitoraggio periodico sulla diffusione del Gpp e analisi dei benefici
ambientali ottenuti.
Attraverso le azioni previste dal Piano d'azione nazionale e in particolare
sulla base dei criteri ambientali minimi sarà possibile guidare gli enti
pubblici all'applicazione del Gpp e disporre di strumenti per riconoscere e
supportare le strategie di Gpp anche attraverso la diffusione di strumenti atti
alla diffusione di beni, servizi e lavori con caratteristiche ambientali
migliorative.
3.2. Il quadro delle strategie e normative che coinvolgono il Gpp
La Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione lanciata dall'Ue nel
2000 ha identificato nella sostenibilità ambientale uno dei pilastri della
competitività europea. Tra gli strumenti d'incentivazione dell'innovazione dei
mercati vi è la promozione degli acquisti sostenibili.
Il Green Public Procurement è uno strumento fondamentale delle politiche europee
di sostenibilità, com'é ampiamente confermato dal frequente richiamo in
importanti documenti europei e nazionali:
il Sesto Programma di Azione per l'Ambiente dell'Unione europea (Com(2001)31);
il Libro Verde sulla politica integrata relativa ai prodotti (Com(2001)68);
la Comunicazione della Commissione per il Consiglio europeo di Göteborg "sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore: strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile" e successive revisioni e aggiornamenti (Com(2001)264);
la Comunicazione della Commissione — Verso una strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti e successive revisioni e aggiornamenti (Com(2003)301);
la Comunicazione della Commissione — Verso una strategia tematica sull'ambiente urbano e successive revisioni e aggiornamenti (Com(2004)60);
la Comunicazione della Commissione — Environmental Technologies Action Plan — Etap Incentivare le tecnologie per lo sviluppo sostenibile: piano d'azione per le tecnologie ambientali nell'Unione europea (Com(2004)38);
il Primo rapporto sullo stato d'attuazione Etap (Com(2005)16);
il Progetto di Dichiarazione sui principi guida dello sviluppo sostenibile (Com(2005)218);
la Comunicazione della Commissione europea sulla "Politica di coerenza per lo sviluppo" (2005);
la Strategia italiana d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile delibera Cipe n.57/2002.
In particolare, il Gpp e la sua concreta attuazione sono illustrati all'interno dei seguenti documenti normativi:
la Comunicazione della Commissione sulla Politica integrata dei prodotti — sviluppare il concetto di "ciclo di vita ambientale" (Com(2003)302);che ha invitato gli Stati membri ad adottare un Piano d'azione nazionale sul Gpp entro il 2006;
la Comunicazione interpretativa (Com(2001)274) "Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare considerazioni ambientali negli appalti", che illustra le possibilità offerte dalla normativa sugli appalti di integrare criteri ambientali nelle diverse fasi delle procedure d'acquisto.
Inoltre la Commissione europea ha pubblicato nel 2004 il Manuale Buying Green!
ed ha diffuso nel 2005 delle Linee Guida rivolte agli stati membri per la
redazione di Piani d'azione nazionale per il Gpp.7 È prevista l'emissione di una
Comunicazione all'inizio del 2008, nell'ambito della quale saranno fissati degli
obiettivi europei per il Gpp.
Il quadro giuridico relativo all'inserimento di criteri ambientali negli
acquisti pubblici è stato chiarito con le direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce che
hanno introdotto la possibilità di integrare considerazioni ambientali nelle
procedure di appalto, coerentemente con gli atti di indirizzo emanati dalla
stessa Ue negli ultimi anni e con le prassi già affermate presso diverse P.a. in
Europa. È stato così sgombrato definitivamente il campo alle incertezze
sussistenti in materia poiché sono state normativamente esplicitate sia la
possibilità sia le modalità con le quali un'amministrazione può procedere in
modo giuridicamente corretto ad effettuare acquisti ambientalmente sostenibili.
Difatti, le direttive 17 e 18 del 2004 hanno riconosciuto la valenza degli
aspetti di tutela ambientale e sociale subordinando il principio di economicità
alla valorizzazione di tali criteri.
In particolare, la direttiva 18/2004 si occupa di tutela ambientale nei
considerando 1, 5, 6, 27, 29, 33, 43, 44, 46 e negli articoli 23, 26, 27, 48,
53.
Le sezioni della direttiva interessate dalla tutela ambientale riguardano in
particolar modo:
le specifiche tecniche;
le condizioni di esecuzione dell'appalto;
gli obblighi relativi alla tutela ambientale;
le capacità tecniche e professionali;
le norme di gestione ambientale;
i criteri di aggiudicazione dell'appalto.
A livello italiano il Dlgs 12 aprile 2006 n. 163, Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture, ha recepito le prescrizioni normative in
materia di Gpp contenute nelle direttive, introducendo, in qualche passaggio,
input più vigorosi di quelli di matrice comunitaria sull'opportunità di prendere
in considerazione aspetti ambientali e sociali. In particolare, l'articolo 2 ha
introdotto la possibilità di subordinare il principio di economicità a criteri
ispirati a esigenze sociali, alla tutela dell'ambiente e della salute e alla
promozione dello sviluppo sostenibile; l'articolo 68 (articolo 26 direttiva
europea 18/2004) "Specifiche tecniche" impone esplicitamente che le specifiche
tecniche "Ogniqualvolta sia possibile, devono essere definite in modo da tenere
conto dei criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di una progettazione
adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale".
Per quanto concerne le altre prescrizioni pertinenti recepite dal Dlgs 163/2006
sono contenute nei seguenti articoli: articolo 40 e articolo 42 sulle capacità
tecniche e professionali (articolo 48 direttiva europea 18/2004); articolo 44
sulle norme di gestione ambientale (articolo 50 direttiva europea 18/2004);
articolo 58 che inserisce le componenti di sostenibilità ambientale tra quelle
che permettono di considerare un appalto "particolarmente complesso" e quindi di
ricorrere al "dialogo competitivo"; articolo 69 sulle condizioni di esecuzione
dell'appalto (articolo 26 direttiva europea 18/2004); articolo 83 "criterio
dell'offerta economicamente più vantaggiosa".
La Delibera Cipe n. 57 del 2 agosto 2002 "Strategia Ambientale Italiana
2002/2010" aveva già previsto "l'integrazione del fattore ambientale sul
mercato" attribuendo al settore pubblico "il ruolo fondamentale nello stimolare
l'offerta" e aveva stabilito, come obiettivo da raggiungere entro il 2007, che
almeno il 30% dei beni acquistati dalle pubbliche amministrazioni, risponda
anche a requisiti ambientali.
Altra normativa nazionale che sarà armonizzata nell'ambito d'intervento del
Piano d'Azione per il Gpp è il Dm n. 203/2003, che ha introdotto in capo a tutti
gli enti pubblici e alle società a prevalente capitale pubblico, l'obbligo di
approvvigionarsi con manufatti e beni realizzati con materiale riciclato
proveniente dal post consumo, iscritti al Repertorio del Riciclaggio, in misura
pari ad almeno il 30% del proprio fabbisogno annuale.
3.3. I principali strumenti conoscitivi per l'individuazione dei criteri ambientali
Per rintracciare le caratteristiche di preferibilità ambientale di prodotti,
servizi e lavori, ovvero gli aspetti collegati al ciclo di vita ambientale che
qualificano un output sotto il profilo ambientale (criteri ambientali), è
possibile in molti casi avvalersi di ricerche e studi già svolti a livello
nazionale ed internazionale. Su alcuni dei beni, servizi e lavori oggetto del
presente piano d'azione, infatti, sono già stati compiuti analisi di Lca, o sono
stati valutati ed individuati gli elementi "critici" sotto il profilo ambientale
da sottoporre a controllo e le relative modalità con le quali procedere alla
verifica degli impatti medesimi. Ne sono dunque scaturiti dei "criteri
ambientali" codificati in norme tecniche emanate ora a livello europeo, ora
nazionale, ora da organizzazioni riconosciute a livello internazionale.
In alcuni casi queste norme tecniche possono rappresentare un utile riferimento
qualora possiedano le caratteristiche che la normativa sugli appalti ritiene
necessarie per assicurarne l'utilizzabilità nell'ambito delle procedure di gara
e si dimostrino il risultato di un'elaborazione effettuata sulla base di
informazioni scientifiche e mediante un processo aperto a tutte le parti
interessate e siano accessibili da parte di tutti.10
Va sottolineato inoltre come la stessa Commissione europea abbia invitato a far
riferimento a progetti ed iniziative sviluppati a livello europeo contenenti
esempi di criteri ambientali e di "gare sostenibili", che a loro volta si sono
basati sugli strumenti conoscitivi esistenti (si ricordano in particolare i
progetti: Procura+, Deep, Leap, ecc.).
Per attuare il Gpp ci si può avvalere, quindi, di una serie di strumenti
conoscitivi che garantiscono informazioni sul ciclo di vita sulla base dei quali
è possibile selezionare e individuare le caratteristiche ecologiche dei beni e
servizi acquistati.
Gli strumenti disponibili possono essere ricondotti alle seguenti categorie:
Etichette ambientali (Iso Tipo I, disciplinate dalla Norma Iso 14024, es. Eu
Eco-label)
Autodichiarazioni ambientali (Iso Tipo II, disciplinate dalla Norma Iso 14021,
es. Mobius loop, dichiarazione di bio-degradabilità, Energy Star)
Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (Iso Tipo III, disciplinate dalla Norma Iso
14025)
Marchi ed etichettature obbligatori (es. etichettature di risparmio energetico
(classe energetica degli elettrodomestici), etichettatura delle sostanze
pericolose (direttiva 81/957/Cee e seguenti)
Certificazioni di sistemi di gestione ambientale di attività e servizi influenti
sulle caratteristiche del prodotto acquistato (es. certificazioni di gestione
ambientale delle foreste, come Fsc e Pefc)
Le Etichette ambientali Iso Tipo I sono schemi volontari basati su criteri
ambientali multipli e verificati da terze parti indipendenti che rilasciano
l'etichetta da utilizzare sui prodotti interessati, indicanti la preferibilità
complessiva del prodotto sotto il profilo ambientale nell'ambito di una
determinata categoria e in base a considerazioni sul ciclo di vita.
Tali etichette rappresentano nell'ambito del Gpp il riferimento principale per
l'individuazione di criteri afferenti alle tipologie di prodotti che ne sono
oggetto; i criteri ambientali previsti da Etichette di Tipo I possono essere
infatti utilizzati come requisiti ambientali (se attinenti l'oggetto
dell'appalto) e il possesso dell'etichetta come mezzo di prova (non esclusivo).
Naturalmente tali criteri, per essere funzionali allo scopo, devono essere
valutati sulla base della metodologia proposta nel Piano Nazionale sul Gpp in
riferimento alle analisi di mercato.
Possono inoltre essere corredati, ove opportuno, da analisi Lcc, da analisi
costi-benefici tenendo presente, in generale, il concetto di sostenibilità.
In questa categoria rientrano etichette ambientali operative e diffuse sul
mercato europeo e mondiale come l'Ecolabel europeo ed altre etichette nazionali
quali l'Angelo Azzurro, il Cigno Bianco ecc.. In particolare l'Ecolabel europeo
rappresenta un riferimento basilare perché fornisce garanzia del fatto che i
relativi criteri siano tracciati sulle migliori caratteristiche ambientali
riscontrate nei prodotti diffusi nell'intero mercato comunitario e in
considerazione dell'assenza di un marchio nazionale.
Anche altre etichette, sia quelle esistenti sia quelle che potranno essere
successivamente sperimentate, possono essere efficacemente valorizzate
nell'ambito del Gpp, purché siano caratterizzate da criteri oggettivi e
scientifici.
Le autodichiarazioni ambientali (Iso Tipo II), i marchi ed etichettature
obbligatorie, le certificazioni di sistema si differenziano perché rappresentano
standard di riferimento limitatati ad una tipologia di impatto ambientale o per
determinati settori merceologici; tra essi rientrano l'etichettatura energetica,
il Mobius loop, le dichiarazioni di biodegradabilità, le etichette
dell'agricoltura biologica, le certificazioni attestanti la provenienza del
legname ecc. Anche questi costituiscono uno strumento conoscitivo molto utile
per la definizione di requisiti ambientali e per la verifica degli stessi.
Le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto o Epd o Dap, Iso Tipo III, sono "Dati
ambientali quantificati per un prodotto, basati su parametri pre-determinati
contenuti nelle Iso 14040 (Lca), che possono essere integrati da altre
informazioni qualitative o quantitative".
In particolare una Dichiarazione Ambientale di Tipo III si basa su un'analisi
Lca e segue specifici protocolli chiamati Pcr (Product Category Rules) che
forniscono regole e requisiti discussi e condivisi fra i vari stakeholder, per
rendere confrontabili tra loro i dati e le informazioni relative a una data
categoria merceologica.
Le dichiarazioni di Tipo III sono strumenti operativi estremamente efficaci per
il Gpp poiché consentono di conoscere e confrontare le performance ambientali
dei prodotti che ne sono oggetto e di dimostrare quelli che possono essere dati
rilevanti per una stazione appaltante che introduca criteri ambientali. La
diffusione nel mercato delle DAP consente un'agevole comparabilità di una serie
di informazioni ambientali standardizzate per gruppi di prodotto e fare
riferimento ad esse nelle procedure d'acquisito pubbliche è utile per stimolare
l'attenzione sulle performance ambientali soprattutto in quei settori, come
l'alimentare e l'edilizia, dove non esistono o trovano difficile applicazione le
Etichette di Tipo I.
Inoltre costituiscono strumenti conoscitivi per il Gpp le certificazioni dei
sistemi di gestione ambientale delle imprese secondo il Regolamento Emas o lo
Standard Iso 14001 in particolare per quanto riguarda determinati appalti di
servizi e lavori, laddove il loro possesso può essere utilizzato nella fase di
selezione dei candidati, come un mezzo per valutare la capacità tecnica
dell'operatore economico di adottare idonee misure di gestione ambientale
durante l'esecuzione degli stessi.
È necessario citare come fonti anche le norme europee di tipo cogente contenenti
requisiti o prescrizioni che incidono sull'oggetto dell'appalto e sulle relative
modalità di esecuzione, sulla base delle quali verranno definiti i criteri
ambientali minimi. Tra esse vi sono le norme concernenti le caratteristiche che
devono o dovranno possedere alcuni prodotti (considerando le misure che
scaturiranno dalla direttiva Eup (2005/32/Ce) "Istituzione di un quadro per
l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti
che consumano energia", le prescrizioni della direttiva Rohs (2002/95/Ce)
"Restrizione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed
elettroniche", le norme che introducono particolari obblighi in capo ai
produttori quali la direttiva Raee (2002/96/Ce) sui Rifiuti di Apparecchiature
Elettriche ed Elettroniche) o ancora le prescrizioni peculiari in categorie
specifiche, che hanno delle positive ricadute in termini ambientali (direttiva
sul "Rendimento energetico nell'edilizia"). Tali norme avallano e tutelano
giuridicamente la stazione appaltante che voglia introdurre criteri selettivi in
base alla preferibilità ambientale o dotarsi di qualsivoglia
prodotto/servizio/opera che abbia performance ambientali più elevate.
3.4. Le esperienze di Gpp
Le pratiche di Gpp hanno cominciato a essere sperimentate presso gli enti
pubblici già da alcuni anni.
In Italia si sono attivate diverse pubbliche amministrazioni locali nonché
talune filiere produttive ed alcuni network e gruppi di lavoro sorti per
promuovere dal basso le pratiche di Gpp.
Tali iniziative hanno dato un forte impulso alla diffusione del Gpp in Italia e
hanno creato un'ampia base conoscitiva relativamente ai capitolati sostenibili e
alle metodologie di implementazione del Gpp, anche attraverso l'attivazione di
siti internet e la realizzazione di documentazione divulgativa. Si vedano a
questo proposito le esperienze condotte Coordinamento Agenda21 e dal Gpp net.
Per quanto riguarda il posizionamento dell'Italia rispetto agli altri paesi
europei, lo studio più recente disponibile sullo stato dell'arte del Gpp in
Europa, condotto dal Consorzio Take 5 per conto della Commissione europea11 , ha
classificato l'Italia all'ottavo posto in base al numero di capitolati sopra
soglia contenenti criteri ambientali analizzati dal gruppo di ricerca.
3.5. Gli obiettivi ambientali strategici di riferimento per il Gpp
La strategia Gpp a livello italiano intende incidere su alcune problematiche
ambientali di carattere generale e ritenute particolarmente rilevanti nel nostro
contesto.
Si tratta di:
Efficienza e risparmio nell'uso delle risorse, in particolare dell'energia e conseguente riduzione delle emissioni di CO2.
I criteri ambientali e le indicazioni del Piano d'azione nazionale dovranno favorire in primo luogo il raggiungimento di quella che è riconosciuta come una priorità in campo ambientale, ovvero la riduzione dei consumi di energia da fonti fossili, sia attraverso l'aumento dell'efficienza energetica, sia attraverso l'utilizzo delle fonti rinnovabili. Pertanto, con lo strumento del Gpp e con il presente piano d'azione si farà in modo di incrementare la domanda pubblica di prodotti e tecnologie ad alta efficienza energetica nonché di "servizi energetici" e di contribuire a convertire l'edilizia corrente in edilizia sostenibile. Riducendo il consumo energetico si avrà come conseguenza diretta una riduzione delle emissioni di CO2 e si contribuirà in maniera fattiva al raggiungimento dell'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto.
Riduzione dell'uso di sostanze pericolose.
Per raggiungere tale obiettivo, si fisseranno criteri ambientali minimi e si forniranno indicazioni metodologiche volte a orientare gli approvvigionamenti di forniture il cui ciclo di vita sia caratterizzato dall'assenza o dalle minori quantità possibili di tali sostanze e a favorire l'acquisto e l'uso all'interno degli appalti di servizi e lavori di prodotti con queste peculiarità.
Riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti.
Promuovendo comportamenti proattivi che mirino alla razionalizzazione stessa
degli acquisti e criteri ambientali che favoriscano l'acquisto e la diffusione
di prodotti dalla durata di vita maggiore, facilmente riutilizzabili, contenenti
materiali riciclati, disassemblabili, riciclabili, con un ridotto volume di
prodotti di scarto (imballaggi), si determina come conseguenza quella di ridurre
la produzione di rifiuti.
Il Piano d'azione nazionale Gpp consentirà, di conseguenza, di incidere
positivamente su altre problematiche ambientali quali la riduzione delle
emissioni inquinanti e la riduzione dei relativi rischi ambientali.
Tutte le azioni intraprese nell'ambito del Gpp dovranno rispondere a due
principi importanti per la promozione dello sviluppo sostenibile:
Perseguire il principio della dematerializzazione della nostra economia, intendendo la graduale riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse impiegate (materiali ed energetiche), per il soddisfacimento delle medesime funzioni; questo potrà avvenire favorendo l'innovazione tecnologica nei cicli produttivi, lo sviluppo di materiali da materie prime rinnovabili o a minor contenuto di risorse, l'impiego di fonti energetiche rinnovabili, la sostituzione dell'acquisto di prodotti con quello di servizi che svolgano la medesima funzione;
Diffondere modelli di acquisto e di consumo che pongano attenzione agli impatti ambientali e all'uso di risorse attraverso pratiche di buona gestione; attenzione dovrà essere quindi posta alla diffusione di conoscenze sulla corretta gestione dei prodotti, il risparmio energetico, il recupero dei prodotti e dei materiali a fine ciclo di vita. La conoscenza di tali aspetti dovrà essere veicolata per quanto possibile attraverso attività di comunicazione e documenti di facile lettura destinati agli addetti agli acquisti e ai fruitori dei beni in questione.
3.6. Le categorie
Al momento sono state individuate 11 categorie rientranti nei settori prioritari
di intervento per il Gpp, selezionate tenendo conto dei seguenti parametri:
impatti ambientali;
volumi di spesa pubblica coinvolti.
arredi (mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e
sale lettura)
edilizia (costruzioni e ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione
ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle strade)
gestione dei rifiuti
servizi urbani e al territorio (gestione del verde pubblico, arredo urbano)
servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifici,
illuminazione pubblica e segnaletica luminosa)
elettronica (attrezzature elettriche ed elettroniche d'ufficio e relativi
materiali di consumo, apparati di telecomunicazione)
prodotti tessili e calzature
cancelleria (carta e materiali di consumo)
ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti)
servizi di gestione degli edifici (servizi di pulizia e materiali per l'igiene)
trasporti (mezzi e servizi di trasporto, Sistemi di mobilità sostenibile)
4. Obiettivi del Piano d'azione nazionale Gpp e criteri ambientali
In linea con quanto richiesto dalla Commissione europea, il Piano d'Azione
Italiano fisserà alcuni obiettivi quantitativi da raggiungere al 2009. La
Commissione europea sta elaborando a sua volta propri target che verranno
introdotti fra gli obiettivi del piano italiano, in modo da ottenere dati
immediatamente comparabili.
Una corretta definizione degli obiettivi si basa su un quadro conoscitivo di
partenza piuttosto puntuale, mentre allo stato attuale risulta ancora
frammentario, come illustrato nel seguito.
In caso dovessero verificarsi scostamenti consistenti rispetto agli obiettivi,
evidenziati dai risultati delle attività di monitoraggio, questi potrebbero
essere revisionati e subire delle modificazioni in itinere.
4.1 Base conoscitiva disponibile sull'applicazione del Gpp in Italia
La base conoscitiva nazionale sulla diffusione delle pratiche di Gpp ad oggi si basa sulle seguenti fonti:
4.1.1.1 Studi e indagini
Studio Take 512 (2005) commissionato dalla Commissione europea e preso a
riferimento dalla stessa Commissione per la fissazione dei target europei:
Il 35% dei bandi italiani pubblicati contiene più di 1 criterio ambientale
mentre meno del 10% contiene più di 3 criteri ambientali.
Caratteristiche e limiti del dato: solo capitolati sopra soglia — valutazione
quantitativa e non qualitativa dei criteri ambientali — numero limitato di
capitolati (84)
Indagine del Ministero dell'ambiente (2004):
Il 34% delle Province e il 18% dei comuni hanno introdotto criteri ambientali
nei processi di acquisto.
Caratteristiche e limiti del dato: basata su domande generiche, non riporta
informazioni quantitative (n. di prodotti acquistati con caratteristiche
ecologiche o relativo volume di spesa) né dati qualitativi sui criteri
introdotti nei bandi. Quindi emerge esclusivamente la proiezione su un dato
"soggettivo" (percentuale di enti che attuano il Gpp).
Studi precedenti e meno significativi: Iclei 2003 (Study contract to survey the
state of play of green public procurement in the european Union, Freiburg, July
2003) meno del 10% degli enti italiani che introducono criteri ambientali in
oltre il 50% dei bandi.
Studi subnazionali: Focus Lab (31% di enti locali che inseriscono criteri
ambientali nei processi di acquisto, basato su un monitoraggio rivolto a Comuni,
Comunità Montane, un Ente Parco e un ufficio di Unità Sanitaria Locale per un
totale di 95 enti distribuiti in 4 Province: Bologna, Reggio Emilia, Modena e
Pesaro Urbino, tra gennaio 2003 e aprile 2004 con un monitoraggio a metà 2005).
4.1.1.2 Dati provenienti dalle esperienze condotte da enti attivi sul Gpp in Italia
Un altro elemento conoscitivo sulla diffusione del Gpp in Italia è dato dal numero di enti partecipanti ai network nazionali sul Gpp e al GdL Gpp del Coordinamento Agenda 21.
4.1.1.3. Dati Consip Spa
I dati sugli acquisti di prodotti con criteri ambientali da parte degli enti
pubblici possono essere desunti dalle Convenzioni Consip Spa relative a prodotti
e servizi per i quali sono già stati introdotti criteri ambientali (es. carta).
4.2. Obiettivo nazionale
Obiettivo nazionale è portare, entro il 2009, il livello degli acquisti
"ambientalmente preferibili" in linea con i più elevati livelli europei.
Attualmente, l'Italia è posizionata all'ottavo posto, tra i 25 Paesi europei, in
base alla rilevazione condotta dallo Studio Take Five su diversi parametri di
attuazione di Gpp (ad es. numero di bandi con criteri di preferibilità
ambientale). Il raggiungimento di questo obiettivo consentirà all'Italia di
migliorare il proprio posizionamento nei confronti dei Paesi considerati i più
impegnati realizzatori di politiche di Gpp.
La valutazione dei risultati raggiunti dall'implementazione del Piano sarà
svolta mediante l'utilizzo dell'indicatore in corso di predisposizione da parte
della Commissione europea ed Eurostat, che andrà verosimilmente a calcolare il
"valore dei bandi sostenibili rispetto al totale dei bandi pubblicati".
Sarà comunque necessario garantire che:
a) I criteri ambientali minimi, quando disponibili, siano integrati nelle gare Consip, ove tecnicamente possibile e tenuto conto del piano di attività di Consip.
b) almeno il 30% delle Regioni, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni con oltre 15.000 abitanti adottino procedure di acquisto conformi ai criteri ambientali minimi;
c) gli enti gestori dei Parchi Nazionali e delle Aree Marine Protette che fanno capo al Ministero dell'ambiente, recepiscano i criteri ambientali minimi nelle proprie procedure d'acquisto.
Si prevede la definizione di un indicatore relativo alla percentuale di spesa
complessiva ambientalmente preferibile sulla spesa totale per beni, servizi e
lavori acquistati dagli enti, che verrà quantificato in un secondo momento, in
relazione alla maggiore disponibilità di dati.
Inoltre per ciascuna categoria individuata si definiranno, dove possibile,
obiettivi in termini di percentuale di spesa sostenuta per acquisti conformi ai
criteri ambientali minimi sul totale della spesa pubblica nazionale omogenea.
Tali obiettivi saranno indicati nei singoli allegati tecnici.
Sarà, inoltre, promossa l'integrazione di tali criteri, nell'ambito delle
procedure d'acquisto ed affidamento predisposte dalle Amministrazioni pubbliche
di cui all'articolo 1 del Dlgs 165/2001.
Gli obiettivi nazionali avranno come traguardo temporale il 2009 e verranno
revisionati ogni tre anni, possibilmente in via incrementale; qualora dai
risultati del monitoraggio annuale emergesse uno scostamento consistente atto a
prevedere il mancato raggiungimento degli obiettivi al 2009, si analizzeranno le
cause al fine o di tarare nuovamente l'obiettivo, o si intraprenderanno azioni
(per lo più formative/comunicative) che ne agevolino il raggiungimento.
Viceversa potrebbero anche verificarsi scostamenti di segno opposto (per
esempio, in caso di nuovi incentivi che determinino incrementi più rilevanti del
previsto del volume d'acquisto di un determinato prodotto), che determineranno a
loro volta la necessità di revisionare gli obiettivi.
4.3. I criteri ambientali minimi
Il Piano d'azione nazionale rinvia ad appositi decreti emanati dal Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'individuazione di un
set di criteri ambientali "minimi" per ciascuna tipologia di acquisto che ricade
nell'ambito delle categorie merceologiche individuate.
Potranno essere definiti criteri ambientali minimi trasversali a più categorie
(ad es. riguardanti l'eliminazione dell'utilizzo di specifiche sostanze tossiche
o dannose per l'ambiente). Per ciascun criterio o set di criteri verranno
definiti obiettivi quantitativi e temporali con riferimento alla loro
applicazione nelle pratiche di acquisto pubblico. Gli obiettivi settoriali
consentiranno un calcolo approssimativo degli "impatti ambientali risparmiati",
attraverso l'uso di opportuni indicatori (es. kg di CO2 risparmiati per milioni
di Euro di carta acquistata).
I criteri ambientali minimi sono le "indicazioni tecniche" del Piano d'azione
nazionale, che consisteranno sia in considerazioni generali che in
considerazioni specifiche di natura prevalentemente ambientale e, quando
possibile, etico-sociale collegate alle diverse fasi delle procedure di gara
(oggetto dell'appalto, specifiche tecniche, criteri premianti della modalità di
aggiudicazione all'offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni di
esecuzione dell'appalto) che, se recepite dalle "stazioni appaltanti", saranno
utili a classificare come "sostenibile" l'acquisto o l'affidamento.
I criteri ambientali si definiscono "minimi" essendo elementi "di base" di
qualificazione delle iniziative ambientalmente preferibili e la somma degli
elementi tecnici atti a garantire un'adeguata risposta da parte del mercato
dell'offerta.
La Consip provvederà a condividere con il Ministero dell'ambiente le analisi di
mercato che svolgerà per la definizione delle caratteristiche ambientali
relative alle categorie merceologiche oggetto delle Convenzioni previste
nell'ambito del Piano delle Attività annualmente definito. I risultati emergenti
da tali indagini di mercato, costituiranno una base conoscitiva per la
definizione dei criteri ambientali minimi individuati dal Comitato di gestione
di cui al successivo par. 6.
La Consip Spa, nell'ambito del Programma di razionalizzazione della Spesa
Pubblica, sarà chiamata a recepire, ove tecnicamente possibile, i criteri
ambientali minimi all'interno delle proprie gare; pertanto gli enti aderenti
alle Convenzioni quadro (contrassegnate da logo specifico) staranno di fatto
attuando"acquisti sostenibili" ed operando in conformità al Pan Gpp.
I criteri ambientali da utilizzare nelle gare devono essere validi da un punto
di vista scientifico, verificabili da parte dell'ente aggiudicatore,
realizzabili per le imprese offerenti.
Pertanto, laddove possibile, i criteri faranno riferimento alle norme tecniche
delle etichette ecologiche ufficiali di vario tipo ed alle altre fonti
informative esistenti, così come suggerisce la Commissione europea, e saranno
calibrati in modo che sia garantito il rispetto dei principi della non
distorsione della concorrenza e della par condicio.
Le caratteristiche ambientali che verranno individuate in correlazione
all'attribuzione di punti tecnici premianti fra le modalità di aggiudicazione
dell'appalto all'offerta economicamente più vantaggiosa, potranno consistere
nella prescrizione di attribuire punti tecnici premianti in favore di
determinate performance che potrebbero ancora non trovare riscontro nel mercato.
Questa categoria di indicazioni avrebbe una funzione assai importante, cioè
quella di dare dei riferimenti al mercato nazionale dei trend derivanti da
prescrizioni tecnico/normative più che altro di derivazione comunitaria, che
diverranno cogenti nel futuro e che di fatto renderanno non ammissibili nei
confini comunitari i prodotti difformi ad essi (si pensi alle "misure" che
scaturiranno ai sensi della direttiva relativa all'"Istituzione di un quadro per
l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti
che consumano energia").
Questa classe di "criteri" risponderà all'obiettivo di stimolare i settori
interessati all'innovazione ambientale ed anticipare i trend della domanda
pubblica comunitaria, sempre più orientata a selezionare in base alla qualità
ambientale dei prodotti/servizi/lavori.
Il set di criteri ambientali che verrà individuato nel Piano d'Azione, inoltre,
darà un quadro di riferimento non solo al mercato, ma anche alle stazioni
appaltanti che nel definire le specifiche tecniche di un capitolato d'oneri,
così come recita la relativa disposizione normativa del codice dei contratti
pubblici, sono obbligate "Ogniqualvolta sia possibile, a definirle in modo da
tenere conto dei criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di una
progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale".
Inoltre, un ulteriore elemento di cui si dovrà tener presente nella
predisposizione dei documenti di gara, sempre al fine di stimolare la proposta
da parte delle imprese di soluzioni innovative, è relativo alla richiesta di
funzionalità e risultati operativi piuttosto che di soluzioni predefinite. La
richiesta di requisiti basati su un output o risultato, anziché di requisiti
basati su di una soluzione specifica, costituisce infatti una sfida per le
imprese nel generare idee e innovazione (di processo, di prodotto, di consegna,
di integrazione, ecc.). In tal modo, si individua la necessità a cui far fronte
e si invitano le imprese a proporre diverse soluzioni. Pur lasciando libere le
imprese di offrire proposte innovative, la stazione appaltante dovrà comunque
specificare, dove opportuno, il rispetto di criteri prestabiliti (inclusi quelli
di tutela ambientale, in linea con quanto previsto dalla direttiva 18/2004 e dal
Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture).
I criteri individuati dal Piano d'Azione non pregiudicheranno la possibilità di
introdurre criteri più avanzati da parte degli enti già operativi sul Gpp o in
grado di accedere ad un'offerta ambientale più ampia. Per facilitare
l'implementazione di ulteriori criteri o di performance ambientali più avanzate,
verranno elaborate indicazioni specifiche per ciascun settore d'intervento.
Il Piano d'Azione, in linea con quanto richiesto dalla Commissione europea,
dovrà essere sottoposto a revisione triennale.
4.4. La procedura per la definizione dei criteri ambientali minimi
Il Ministero dell'ambiente coordina il Comitato di gestione del Pan Gpp (di cui al successivo par. 6) che seleziona i criteri ambientali minimi e li presenta per un confronto allargato al Tavolo di lavoro Permanente Pan Gpp.
4.4.1. Scopo della procedura
La procedura individua le attività necessarie per definire i criteri ambientali
minimi per gli appalti pubblici appartenenti alle categorie definite dal
presente documento.
I criteri ambientali minimi, quando disponibili, saranno integrati nelle gare
Consip, ove tecnicamente possibile. Sarà, inoltre, promossa l'integrazione di
tali criteri, nell'ambito delle procedure d'acquisto ed affidamento predisposte
dalle Amministrazioni pubbliche ai sensi di quanto previsto dal Dlgs 163/2006.
4.4.2. Campo di applicazione
La procedura viene applicata dal Comitato di gestione istituito per l'attuazione
del Piano d'azione; nell'ambito di tale Comitato, l'attività tecnica sarà
garantita dai soggetti direttamente coinvolti per competenza nel tema Gpp.
L'istituzione di un Comitato di gestione non comporta nuovi e maggiori oneri per
il Bilancio dello Stato sia per il 2007 sia per gli anni futuri.
Il Comitato di gestione potrà apportare delle ulteriori specifiche metodologiche
o operative alla presente procedura, sempre nel rispetto delle fasi di attività
ivi descritte e dei principi generali delineati dal Piano d'azione.
4.4.3. Descrizione della procedura
Il Piano d'azione prevede l'elaborazione di "criteri ambientali minimi" per le
categorie di cui all'elenco contenuto al par. 3.6 del Piano d'azione e delle
categorie individuate nell'articolo 1 comma 1127 della legge n. 296/2006 che
costituiscono i requisiti che, se introdotti nelle procedure d'acquisto delle
amministrazioni pubbliche, consentiranno di classificare i relativi contratti
come"sostenibili".
Il Comitato di gestione, definisce un programma annuale di lavoro identificando
le categorie di forniture / servizi / lavori, da affrontare in base ad una
programmazione basata sulla maturità del settore economico riguardato ed in
relazione al consolidamento delle fonti normative specifiche.
Per ciascuna categoria da affrontare secondo la programmazione stabilita, il
Mattm con il supporto dell'Apat ed, eventualmente, della Consip Spa effettua
un'analisi delle fonti e predispone, tenendo conto degli obiettivi strategici
identificati dal Pan, una prima griglia di criteri ambientali da portare ai
successivi confronti o approfondimenti. Le attività dell'Apat e della Consip non
comporteranno un aggravio di spesa ma sono remunerate in base alle risorse
ordinarie esistenti.
I criteri ambientali così identificati saranno portati al confronto nell'ambito
del Comitato di gestione e contestualmente si avvieranno le analisi di mercato
al fine di verificare l'effettiva disponibilità, diffusione e distribuzione sul
mercato di prodotti, servizi e lavori rispondenti ai requisiti individuati.
Nel caso in cui, alla luce delle valutazioni tecnico-scientifiche dei criteri
selezionati, si renda necessario provvedere ad approfondimenti tecnici, il Mattm
promuoverà e avvierà ulteriori confronti e approfondimenti tecnici con esperti
qualificati e con il contributo delle categorie produttive interessate.
La Consip provvederà a condividere con il Ministero dell'ambiente le analisi di
mercato che svolgerà per la definizione delle caratteristiche ambientali
relative alle categorie merceologiche oggetto delle Convenzioni previste
nell'ambito del Piano delle Attività annualmente definito.
Le analisi di mercato inerenti le altre categorie e gli approfondimenti delle
analisi di mercato effettuate da Consip, saranno svolte dal Mattm con il
supporto dell'Apat.
La proposta dei criteri ambientali minimi, selezionati dal Comitato di gestione,
sarà oggetto di confronto che permetterà di procedere alla successiva
definizione dei criteri.
In base ai risultati delle analisi di mercato e degli ulteriori approfondimenti
il Comitato di gestione definirà una proposta di"criteri ambientali minimi" che,
come previsto ai punti 4.2, 4.3 e 5., sarà accompagnata da prescrizioni
metodologiche e operative per le stazioni appaltanti, relative alle procedure
d'acquisto, nonché da obiettivi da raggiungere per ciascuna categoria di
prodotti, servizi e lavori. Tale proposta sarà sottoposta al confronto con il
Tavolo di lavoro Permanente.
Al termine del confronto, dette "Proposte" saranno adottate dal Comitato di
gestione e saranno predisposte in forma di allegato tecnico da adottare con
apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare.
5 Prescrizioni metodologiche per gli enti
5.1 Indicazioni generali per tutti gli enti pubblici
Tutti gli enti pubblici sono invitati ad adottare pratiche di Gpp, in modo da
favorire gli approvvigionamenti di prodotti, servizi e lavori meno dannosi per
l'ambiente e per la salute umana.
Al fine di far in modo che il Gpp venga assunto come una strategia politica da
implementare in maniera graduale e costante, tutte le pubbliche amministrazioni
di cui agli articoli 3 e 32 del Dlgs 163/2006 e principalmente:
le Amministrazioni centrali dello Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Ministeri);
gli enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni,
Comunità Montane);
gli enti pubblici non economici, gli organismi di diritto pubblico e altri enti
aggiudicatori quali:
le Agenzie delle amministrazioni centrali dello Stato e delle Regioni (l'Apat,
le Arpa);
gli Enti parco Nazionali e Regionali;
le università, gli enti di ricerca, gli istituti scolastici di ogni ordine e
grado;
le Asl, le Usl;
le centrali di committenza (Consip Spa, Intercenter...);
i concessionari di pubblici servizi o lavori;
gli enti, le società e le imprese che forniscono servizi di trasporto al
pubblico locale per mezzo di autobus e servizi di erogazione e gestione
dell'energia elettrica e del calore;
sono invitate a procedere come di seguito descritto:
A) Analisi preliminare
Ciascuna P.a. è invitata ad effettuare un'analisi preliminare volta a valutare come razionalizzare i propri fabbisogni tenendo in considerazione quanto riportato nel capitolo "Gli obiettivi ambientali strategici di riferimento per il Gpp" del presente documento (per esempio quali forniture possono essere dematerializzate, quali esigenze possano essere più efficacemente soddisfatte con minor carico ambientale, quali procedure e quali soluzioni possono essere promosse ed intraprese per evitare sprechi di risorse naturali ed economiche).
B) Obiettivi
Ciascun ente è invitato a mettere in atto le azioni necessarie per conformarsi agli obiettivi e principi del presente Pan. In particolare dovrà articolare un piano che documenti il livello d'applicazione e i propri obiettivi specifici.
C) Funzioni competenti
All'interno della struttura dell'Ente si potrà:
individuare le funzioni coinvolte nel processo d'acquisto, competenti per
l'attuazione del Pan;
individuare le modalità di raggiungimento degli obiettivi stabiliti;
garantire gli adeguati livelli di conoscenza e formazione al fine di svolgere le
funzioni atte al raggiungimento degli obiettivi di acquisto ambientalmente
preferibili.
D) Monitoraggio
Ciascun ente è invitato a monitorare il raggiungimento degli obiettivi
prefissati, ponendo in essere tutte le azioni migliorative necessarie al
raggiungimento degli stessi.
Le Amministrazioni centrali saranno invitate a comunicare i contenuti del Piano
d'Azione alle proprie strutture centrali e periferiche.
Prescrizioni particolari per le Regioni e gli enti locali
Le Regioni sono invitate a includere il Gpp nella normativa regionale e
settoriale e a valutare:
la possibilità di veicolare incentivi economici previsti a legislazione vigente
per supportare gli appalti;
l'introduzione di criteri ambientali nel processo di razionalizzazione
dell'acquisizione di beni, servizi e lavori nella propria amministrazione
nell'ambito del "Sistema a rete" di cui all'articolo 1 comma 457 della Legge n.
296 del 2006 (Legge Finanziaria 2007) tra Consip e le centrali d'acquisto
regionali;
l'orientamento del processo d'acquisto di beni, servizi e lavori degli enti
locali verso criteri di sostenibilità ambientale.
Le Province e i Comuni sono altresì invitati a conformarsi ai contenuti del Pan,
promovendo interventi di efficienza energetica nell'edilizia scolastica nonché
integrando nelle procedure d'acquisto almeno i criteri ambientali minimi
individuati a seguito dell'adozione del presente piano d'azione.
Particolare raccomandazione è rivolta agli enti locali registrati Emas, in
possesso di Certificazione Iso 14001 e/o che hanno intrapreso un percorso di
Agenda 21, al fine di conformare le proprie politiche ed i propri programmi agli
obiettivi posti dal presente piano d'azione.
6. Gestione del Pan Gpp
Affinché siano garantite l'operatività e il confronto più ampio possibile sulle
attività del Pan, è prevista l'istituzione di un Comitato di gestione con
funzioni di coordinamento operativo e di un Tavolo di lavoro Permanente con la
partecipazione dei soggetti interessati.
Il Comitato di gestione, nominato con apposito decreto, è composto dai
rappresentanti del Ministero dell'ambiente, che ne è il coordinatore, dei
Ministeri dello sviluppo economico e dell'economia e Finanze, delle Regioni, con
il supporto di strutture tecniche di riferimento costituite da Consip, Enea,
Apat e il sistema delle agenzie ambientali Arpa.
I compiti del Comitato di gestione sono i seguenti:
programmazione delle attività di definizione dei criteri ambientali minimi;
formulazione di proposte per ottimizzare le azioni individuate dal Pan e per
favorire il raggiungimento degli obiettivi ivi previsti (comunicazione,
divulgazione, formazione ecc.);
individuazione di soluzioni nel caso si presentino criticità in sede attuativa;
formulazione di proposte per la realizzazione del monitoraggio ed eventuale
revisione degli obiettivi nazionali alla luce dei risultati del monitoraggio;
individuazione di incentivi esistenti e proposta di nuovi;
formulazione di proposte di integrazione del Pan;
promozione di attività di divulgazione e formazione sul Pan;
formulazione di proposte di studio e approfondimento: Lca, utilizzo di etichette
ambientali di filiera ecc.
Per quanto riguarda i componenti del Comitato di gestione Pan Gpp, se ne
rappresentano, a titolo esemplificativo, le funzioni che questi dovrebbero
ricoprire in base ai loro ruoli istituzionali:
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, responsabile
del coordinamento
Ministero dell'economia e delle Finanze, come interlocutore politico con il
quale possono essere vagliate opportunità per introdurre incentivi fiscali o
veicolare incentivi economici previsti dalla legislazione vigente nell'ambito di
provvedimenti normativi o in finanziarie; come interlocutore tecnico, in qualità
di responsabile del Programma di Razionalizzazione della Spesa Pubblica per
l'acquisto di beni e servizi, per l'attuazione del Pan attraverso il sistema
delle Convenzioni Consip
Ministero dello sviluppo economico, per le potenzialità di un coinvolgimento
sinergico in vari ambiti, come, per esempio, elaborazione di una strategia
italiana che coinvolga anche altri strumenti di politica integrata di prodotto
(Lca e Dap), piuttosto che per eventuali misure nel settore energetico ecc;
Le Regioni, in quanto sono tra i primi soggetti che hanno dato seguito ad
applicazioni sperimentali di Gpp e possono pertanto capitalizzare l'esperienza;
Apat e sistema delle agenzie ambientali (Arpa) per attività di supporto tecnico
nella definizione dei criteri ambientali minimi, per gli approfondimenti
metodologici e per la valutazione degli effetti ambientali che scaturiranno dai
dati del monitoraggio, attraverso l'utilizzo di opportuni indicatori;
Consip Spa: come centrale degli acquisti nazionale sarà il soggetto chiamato ad
integrare, ove tecnicamente possibile, i criteri ambientali minimi Gpp e darà
impulso diretto alla diffusione dello stesso. Consip Spa inoltre potrà svolgere
attività di divulgazione e promozione, non solo partecipando a convegni o
seminari ma anche impegnandosi ad integrare informazioni di carattere ambientale
nel mercato elettronico e a promuoverne la valorizzazione presso le
amministrazioni utenti. A Consip Spa sarà chiesto inoltre di farsi promotrice di
progetti sperimentali che stimolino l'innovazione e la R&S, al fine di
verificare la fattibilità di percorsi di Gpp; i risultati di tali progetti
potranno essere la base su cui impostare il miglioramento continuo degli
obiettivi del Piano, all'interno delle successive revisioni;
Enea per attività di supporto tecnico in particolare relativamente all'utilizzo
di strumenti metodologici o informativi utili anche in ambito Gpp quali Lca,
Dichiarazioni Ambientali di Prodotto, individuazione di indicatori.
Il Comitato di gestione riferisce al Comitato Ministeriale di cui al comma 1128
della Legge n. 296/2006 sullo stato di avanzamento del Pan e degli obiettivi ivi
previsti.
Nell'ambito del Comitato di gestione verranno definiti i criteri ambientali
minimi in base alla procedura di cui al precedente punto 4.4.
Il "Tavolo di lavoro Permanente" rappresenta un organismo con funzioni
prevalentemente consultive, nell'ambito del quale vengono presentati e condivisi
i contenuti tecnici del Pan Gpp, l'impostazione degli aspetti gestionali
relativi alle iniziative di comunicazione, formazione e alla metodologia del
monitoraggio. Esso si riunisce periodicamente su convocazione e ordine del
giorno fissati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare. Accanto a funzioni consultive, assume un ruolo attivo per la promozione,
per il tramite dei propri componenti, di azioni di supporto operativo per
l'attuazione di attività programmate nell'ambito dell'organizzazione
istituzionale di appartenenza dei medesimi.
Esso sarà costituito da rappresentanti delle seguenti organizzazioni ed
istituzioni:
— di produttori, artigiani, commercianti,
— sindacati dei lavoratori;
— rappresentanti degli Eell e territoriali e del coordinamento Agenda 21 Locale,
attivi in seno al gruppo di lavoro GppNet;
— Associazioni Ambientaliste;
— Associazioni dei Consumatori.
Altri interlocutori competenti, quali altri Ministeri, le associazioni di
categoria, i consorzi obbligatori di filiera, saranno altresì coinvolti
nell'ambito della procedura per la definizione dei criteri ambientali minimi per
ciascuna delle categorie affrontate.
In particolare per quanto riguarda i soggetti indicati partecipanti al Tavolo di
lavoro permanente Pan Gpp, se ne rappresentano, a titolo esemplificativo, le
funzioni che questi dovrebbero ricoprire in base ai loro ruoli istituzionali:
Rappresentanza del mondo dell'impresa quali Confindustria, da coinvolgere per la
definizione dei criteri ambientali minimi, cui saranno affiancate le
Associazioni di categoria di volta in volta interessate;
Rappresentanza dei consorzi obbligatori da coinvolgere per il contributo che può
venire dalla conoscenza delle filiere del riciclo di alcuni materiali;
Rappresentanza degli enti locali quali Anci, Upi, Conferenza delle Regioni e
delle Province autonome che saranno attive nell'attività di promozione e nel
monitoraggio. La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome avrà anche
la funzione di promuovere presso Regioni e le Province Autonome iniziative nel
campo della formazione e sensibilizzazione, di inventariare gli incentivi
previsti a legislazione vigente che possano favorire acquisti sostenibili o
promuoverne nuovi;
Rappresentanza degli Enti locali attraverso il Gdl Gpp del Coordinamento Agenda
21, che potrà, tra l'altro, fornire un supporto per approfondire ed integrare le
linee guida schematiche sui criteri ambientali delle categorie dei settori
prioritari, da allegare ai"criteri ambientali minimi", che conterranno anche una
rassegna degli eventuali incentivi previsti a legislazione vigente.
Rappresentanza del sistema dei servizi pubblici locali facenti capo a
Confservizi
Giova evidenziare che sia per l'istituzione sia per il funzionamento del
Comitato di gestione e del Tavolo di lavoro permanente non derivano nuovi e
maggiori oneri per la finanza pubblica.
7 Le azioni di supporto al Piano
7.1 Azioni di comunicazione
La diffusione del Gpp presso gli enti pubblici dipenderà molto dagli strumenti
di comunicazione e di formazione che verranno utilizzati da parte del Ministero,
in collaborazione con i soggetti coinvolti nella gestione del Pan Gpp.
Al riguardo:
saranno in particolare attivi nell'ambito della comunicazione nazionale sul Gpp:
Anci, Upi, Consip Spa, Gdl Acquisti Verdi del Coordinamento A21;
sarà previsto il coinvolgimento delle Regioni e, quando saranno attive, delle
Centrali di Committenza regionali, nell'attività di divulgazione, diffusione e
formazione a supporto degli Enti territoriali regionali; le Regioni potranno
avvalersi del sistema delle Agenzie Ambientali.
Il Comitato di gestione concorderà le azioni di Comunicazione annuale che
includeranno in particolare l'uso di:
1. Un portale internet di informazione e divulgazione relativamente al Gpp, contenente i criteri ambientali minimi, i bandi e capitolati contenenti buone pratiche, documenti metodologici;
2. Uno o più eventi annuali nazionali per fare il punto sulla situazione di applicazione del Gpp
3. Eventi di comunicazione a livello regionale per dare impulso al Pan Gpp e divulgare gli obiettivi del Piano;
4. Workshop di approfondimento tematico inerenti i Settori prioritari di intervento e le categorie oggetto di individuazione dei "criteri ambientali minimi";
5. Una newsletter realizzata in collaborazione con Consip, da inviare periodicamente a tutti gli enti pubblici;
6. Iniziative di valorizzazione dei prodotti e dei fornitori"sostenibili" presenti sul mercato;
7. Iniziative per lo scambio delle migliori pratiche tra gli enti interessati;
8. Azioni mirate per gli enti locali di piccola dimensione.
Le risorse finanziarie per gestire le attività di comunicazione sono pari a € 45.000,00 per l'anno 2007.
7.2 Azioni di formazione
Per quanto riguarda la formazione, il Ministero si attiverà con i soggetti
referenti istituzionali e farà anche tesoro delle iniziative già avviate da enti
locali o da altre organizzazioni per la formazione sul Gpp, quali ad esempio la
"Scuola di Gpp" promossa dalla Provincia di Cremona con il supporto delle
Regione Lombardia e le altre iniziative di formazione intraprese nell'ambito del
gdl Acquisti Verdi del Coordinamento A21.
La formazione dovrà prevedere diversi livelli di approfondimento della tematica
da parte degli Enti cui è diretta: oltre a tener conto della dimensione degli
Enti Pubblici, dovrà essere in linea con il livello di attuazione del Gpp
realizzato dai soggetti fruitori del corso e del grado di realizzazione di
processi di acquisto ambientalmente sostenibili.
L'attività di formazione sarà svolta nei limiti delle risorse esistenti e non
comporterà nuovi e maggiori oneri per le finanze dello Stato.
7.3 Il monitoraggio
L'attività di monitoraggio sarà svolta annualmente, sulla base di una
rilevazione di dati su un campione rappresentativo di enti pubblici
(Amministrazioni centrali, Regioni, Province, Comuni e Arpa).
Sarà considerata l'opportunità di individuare e seguire un campione ristretto
per valutare più puntualmente le problematiche connesse all'attuazione del Gpp e
all'efficacia degli interventi adottati dal Comitato di gestione.
7.3.1 Obiettivo del monitoraggio
Il monitoraggio dovrà essere funzionale a verificare il grado di raggiungimento
degli obiettivi nazionali individuati dal Pan e dei singoli obiettivi per le
categorie di intervento. Dovrà inoltre essere in linea con gli indicatori in
corso di individuazione da parte della Commissione europea.
Tali dati saranno utili alla valorizzazione dell'immagine delle amministrazioni
attive sul Gpp e alla promozione di pratiche di Gpp presso quanti ancora non si
siano attivati, oltre a consentire di intraprendere azioni correttive volte al
raggiungimento degli obiettivi individuati dal Pan Gpp.
Inoltre, i risultati delle indagini annuali saranno comunicati anche tra gli
operatori economici, che saranno in questo modo incentivati ad adeguare i loro
modelli di produzione.
Alle P.a., che si attivano nell'implementazione del Pan, sarà richiesto di
inviare al Mattm i dati sulle proprie iniziative d'acquisto, al fine della
valutazione degli indicatori individuati.
In particolare La Consip Spa, attraverso il Ministero dell'economia e delle
Finanze, potrà inviare una sintesi dei dati relativi agli acquisti sostenibili
effettuati dalle P.a. attraverso l'utilizzo degli strumenti di e-procurement
sviluppati nell'ambito del Programma di razionalizzazione della spesa pubblica
per beni e servizi.
Tale attività avrà la funzione di verificare il grado di penetrazione del Gpp in
Italia e il volume di acquisti ambientali realizzati, anche al fine di
consentire l'individuazione e la quantificazione dei benefici ambientali
ottenuti, che saranno calcolati sulla base di indicatori specifici (ad esempio
il risparmio in termini di CO2 emessa in relazione alla spesa: CO2/Euro spesi).
7.3.2 Modalità di svolgimento del Monitoraggio
Il monitoraggio potrà essere svolto inviando un questionario, in via telematica,
al campione rappresentativo di enti. Le modalità specifiche di rilevamento ed
elaborazione dei dati saranno successivamente individuate, entro sei mesi
dall'approvazione del presente Pan.
Ai fini dell'attuazione del principio di dematerializzazione, il Piano di
monitoraggio terrà in considerazione, oltre al grado di penetrazione del Gpp in
Italia, anche l'andamento dei consumi.
Si verificherà se sarà possibile e più efficiente svolgere questa attività
tramite l'Osservatorio dei contratti pubblici di cui all'articolo 7 del D.lgs n.
163/2006, che ha la funzione di raccogliere ed elaborare i dati informativi
concernenti i contratti pubblici su tutto il territorio nazionale (bandi e
avvisi di gara, aggiudicazioni, affidamenti).
Inoltre il monitoraggio sulla situazione italiana terrà conto dell'analoga
attività portata avanti a livello di Commissione europea, adeguando, se è il
caso, metodologie e tempistiche in modo da ottenere risultati confrontabili con
i dati europei.
La copertura finanziaria per le attività di monitoraggio è pari a € 5.000,00 per
l'anno 2007.
8 Copertura finanziaria del Piano
8.1 Copertura finanziaria delle attività inerenti il Piano
Le risorse finanziarie per far fronte alle attività previste nel Piano d'azione
per la sostenibilità dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione sono
pari a 50.000 euro per l'anno 2007, conformemente a quanto previsto
dall'articolo 1 comma 1126 della Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge
Finanziaria 2007).
I costi delle attività eccedenti il suddetto importo saranno sostenute dai
soggetti coinvolti nelle attività del Piano, ivi compresi Apat e Consip,
nell'ambito delle risorse umane strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente, senza ulteriore aggravio per la finanza pubblica.
Decreto del Ministro dell'Ambiente 10 aprile 2013
Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel
settore della pubblica amministrazione (Pan Gpp) - Revisione 2013
Il
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
Visto il comma 1126 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che
prevede l'attuazione di un "Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della Pubblica Amministrazione" (di seguito indicato "Piano"
o "Pan Gpp") predisposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze
e dello sviluppo economico, d'intesa con le Regioni e le Province autonome di
Trento e di Bolzano;
Visto il decreto interministeriale del Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze
e il Ministro dello sviluppo economico dell'11 aprile 2008, di adozione del
"Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della
Pubblica Amministrazione (Pan Gpp)", pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 107
dell'8 maggio 2008;
Visto l'articolo 4 del Di 11 aprile 2008 che prevede, a seguito di nuove
indicazioni da parte della Commissione europea e delle considerazioni emergenti
dai risultati dell'applicazione del Pan Gpp, una revisione almeno triennale del
Piano stesso, da adottarsi con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare, sentiti i Ministri concertanti;
Cosiderato che, successivamente all'adozione del Pan Gpp, la Commissione europea
ha ribadito l'importanza del Gpp e ne ha rafforzato il sostegno politico in vari
documenti d'indirizzo quali ad esempio la Comunicazione Com(2008) 397 "Strategia
europea per il "Consumo e la Produzione Sostenibili", la Comunicazione Com(2008)
400 "Appalti pubblici per un ambiente migliore", la Comunicazione Com (2010)
2020 "Strategia Europa 2020" e la Comunicazione Com(2011) 571 "Tabella di marcia
verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse";
Considerato che, nelle Comunicazioni, viene sottolineata l'importanza dell'uso
strategico degli appalti pubblici per finalità non solo di tutela ambientale ma
anche di tutela sociale e di stimolo all'innovazione;
Considerato altresì che dall'applicazione del Piano d'azione di cui al Di 11
aprile 2008, sono emerse utili indicazioni in merito alle procedure per la
definizione e l'applicazione dei "Criteri Ambientali Minimi";
Viste le note del 16 gennaio 2013 prot. Dva-2013-0001149 e prot.
Dva-2013-0001151 con le quale è stato chiesto al Ministero dell'economia e delle
finanze e al Ministero dello sviluppo economico di formulare eventuali
osservazioni al documento di Revisione del Piano d'azione citato;
Considerato che entro il termine indicato nelle citate note non sono pervenute
osservazioni dal Ministero dello sviluppo economico;
Considerate le osservazioni formulate dal Ministero dell'economia e delle
finanze nell'incontro del 19 febbraio 2013, parzialmente accolte;
Vista la nota del 25 febbraio 2013, prot. n. 0003285/2013, del Ministero
dell'economia e delle finanze;
Ritenuto opportuno aggiornare gli obiettivi indicati al punto 4.2, le procedure
indicate al punto 4.4, le modalità di gestione del Pan Gpp indicate al punto 6,
le azioni di supporto al Piano indicate al punto 7 del "Piano d'azione per la
sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica
Amministrazione", in linea con quanto indicato nell'articolo 4 del Di 11 aprile
2008;
Decreta:
Articolo 1
Revisione e aggiornamento del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della Pubblica Amministrazione
È approvato il documento allegato recante "Revisione 2013 del Piano d'azione per
la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica
Amministrazione".
Il documento allegato aggiorna il Piano d'azione di cui al Di 11 aprile 2008,
sostituendo in particolare il punto 4.2 ("Obiettivo Nazionale"), il punto 4.4
("La procedura per la definizione dei criteri ambientali minimi"), il punto 6
("Gestione del Pan Gpp") il punto 7 ("Azioni di supporto al Piano").
Il presente decreto, unitamente all'allegato, è pubblicato nella Gazzetta
ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 10 aprile 2013
Allegato - Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel
settore della pubblica amministrazione
(ovvero Piano nazionale d'azione sul Green public procurement — Pan Gpp)
Revisione 2013
1.
Premessa
Il presente documento aggiorna l'allegato al decreto del Ministro dell'ambiente
di concerto con i Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle
finanze 11 aprile 2008 concernente il "Piano d'azione per la sostenibilità
ambientale dei consumi della pubblica amministrazione" (di seguito indicato con
l'acronimo Pan Gpp) e rappresenta pertanto la revisione prevista dall'articolo 4
del medesimo decreto.
La presente revisione è effettuata alla luce dell'evoluzione del contesto
normativo di riferimento e delle indicazioni che emergono dalle strategie
politiche ed ambientali dell'Unione europea più recenti, nonché dalla
valutazione delle esperienze sin qui condotte a livello nazionale ed
internazionale sul tema degli acquisti verdi.
Le modifiche principali che il presente documento apporta al Pan Gpp riguardano
la gestione del Piano e la procedura di definizione, l'approvazione e la
divulgazione dei "criteri ambientali minimi" (di seguito Cam).
Pertanto, il presente documento conferma e aggiorna i capitoli 1, 2 e 3,
sostituisce i capitoli 4, 6 e 7 ed elimina il capitolo 8 del Pan Gpp adottato
con Di 11 aprile 2008.
Nel capitolo che segue viene fornito un sintetico quadro dell'evoluzione del
contesto normativo e politico di riferimento e delle indicazioni strategiche
europee più recenti.
2.
L'evoluzione del contesto politico e normativo di riferimento: il rafforzamento
del ruolo del Gpp
La consapevolezza sull'importanza di un miglior uso degli appalti pubblici a
sostegno di obiettivi politici e sociali dell'Unione europea e senz'altro
aumentata nel corso del tempo, ciò non soltanto per le emergenze ambientali su
scala globale e locale, ma anche per motivi macro economici, ancor più
strategici in considerazione della crisi economico finanziaria che stiamo
subendo.
I prodotti "ambientalmente migliori" sono infatti quelli più competitivi, specie
in chiave prospettica, essendo tipicamente caratterizzati da un impiego più
efficiente delle risorse e dell'energia lungo tutto il loro ciclo di vita, più
facilmente riutilizzabili nei cicli di produzione, e, ove riciclati, in grado di
valorizzare il ciclo dei rifiuti.
Le dinamiche di maggior pressione su combustibili fossili e su materie prime
derivanti anche dall'espansione della popolazione mondiale, faranno dei
"prodotti verdi" l'unica soluzione economicamente sostenibile che, oltre a
limitare le ulteriori pressioni sull'ambiente, e in grado di proteggere la
sicurezza economica e ridurre l'esposizione agli shock dei prezzi delle materie
prime.
Anche per queste considerazioni la Commissione europea rimarca l'importanza del
Gpp in altri documenti strategici successivi alla Comunicazione Com(2008) 397
sul "Piano d'azione europeo sul consumo e sulla produzione sostenibili e sulla
politica industriale sostenibile (SCP /SIP)" e alla Comunicazione Com(2008) 400
su "Acquisti pubblici per un ambiente migliore" del 2008.
Si segnalano in proposito:
•la Comunicazione Com(2011)206 sull'"Atto per il mercato unico: dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia", in cui viene segnalata, tra le dodici azioni chiave prioritarie che le istituzioni dell'Ue devono adottare entro la fine del 2012, la messa in opera di un quadro normativo rivisto e ammodernato in materia di appalti pubblici, che consenta un miglior uso dei contratti d'appalto pubblici a sostegno di altre politiche e che sostenga, pertanto, una domanda di beni, opere e servizi rispettosi dell'ambiente, socialmente responsabili e innovativi;
•la Comunicazione Com(2010)2020 della Commissione europea "Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva";
•la Comunicazione Com(2011)571, della Commissione "Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse".
In
relazione al ruolo assegnato al Gpp, la Commissione europea ha istituito un "Advisory
Group" che segue l'evoluzione delle strategie europee sul tema e la definizione
delle proposte di criteri europei per il Gpp (il cosiddetto Toolkit).
Va, inoltre, sottolineato che con la comunicazione Com(2011)896 "Proposta di
direttiva sugli appalti pubblici" del 20 dicembre 2011 la Commissione europea ha
attivato il percorso per aggiornare le direttive 17 e 18 del 2004 sugli appalti
pubblici, anche in vista di rafforzare il ruolo degli appalti pubblici a
sostegno di obiettivi strategici di innovazione, di tutela ambientale e sociale.
A tal proposito, la novità principale riguarda la sostituzione del criterio di
aggiudicazione al "prezzo più basso" con quello del "costo più basso" che offre
la possibilità di valutare le offerte considerando, insieme al prezzo di
acquisto, i costi, anche relativi alle esternalità ambientali, connessi al ciclo
di vita dell'oggetto dell'appalto ("Life Cycle Costing").
A livello nazionale debbono inoltre essere menzionati alcuni provvedimenti
normativi che impongono pratiche di appalti verdi ed accompagnano e rafforzano
le indicazioni derivanti dal Pan Gpp. In particolare:
•il Dpr 5 ottobre 2010 n. 207 "regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163, recante "Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture" agli articoli 120 e 138;
•il Dlgs 29 dicembre 2006, n. 311 "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/Ce, relativa al rendimento energetico nell'edilizia" e il regolamento 244/2012/Ue sulla prestazione energetica degli edifici;
•il decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115 "Attuazione della direttiva 2006/32/Ce relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici, articolo 13 e articolo 14;
•il Dlgs 3 marzo 2011, n. 24 "Attuazione direttiva sulla promozione di veicoli a ridotto impatto ambientale e a basso consumo energetico nel trasporto su strada".
Alla luce delle indicazioni della strategia "Europa 2020" e, in particolare, agli obiettivi contenuti nella Com(2011)571 "Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse", si confermano gli obiettivi ambientali strategici del punto 3.5 del Pan Gpp adottato con Di 11 aprile 2008, relativi a:
•Efficienza e risparmio nell'uso delle risorse,in particolare dell'energia e conseguente riduzione delle emissioni di C02;
•Riduzione dell'uso di sostanze pericolose;
•Riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti.
Nella
citata comunicazione Com (2011)571 si sottolinea come sia necessario
moltiplicare l'efficienza di lo volte nell'uso delle risorse al 2050 rispetto ai
livelli attuali e conseguire una rilevantissima riduzione delle principali
emissioni. Ad esempio, l'obiettivo al 2050 di riduzione delle emissioni di CO2
ivi fissato e pari all'80; al 95% se le condizioni saranno favorevoli. Per
conseguire questi ambiziosi traguardi, la Commissione europea segnala l'esigenza
di ottenere precisi risultati già nel 2020.
In considerazione dell'elevato livello di ambizione degli obiettivi ambientali
europei è necessario far in modo che lo strumento del Gpp assuma il ruolo da
protagonista che l'Unione europea vi attribuisce.
La medesima Comunicazione Com(2011)571 cita come primo strumento operativo il
Gpp: "Per promuovere ulteriormente il consumo e la produzione sostenibili, la
Commissione intende: rendere più rigorose le prescrizioni degli "Appalti
pubblici verdi" (Green public procurement — Gpp) per i prodotti che hanno un
impatto ambientale significativo; valutare dove gli appalti pubblici verdi
potrebbero essere collegati a progetti finanziati dall'Ue; promuovere appalti
congiunti e reti di funzionari responsabili di appalti pubblici a sostegno dei
Gpp (nel 2012)".
3. Le modifiche al Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi
della pubblica amministrazione adottato con il decreto interministeriale del 11
aprile 2008
3.1. Gli obiettivi della revisione
Nell'ambito delle attività del Piano d'azione approvato con il Di 11 aprile
2008, sono stati adottati i criteri ambientali minimi relativi a diverse
categorie d'appalto 1 e si sta procedendo all'attività di definizione dei Cam
sulle rimanenti categorie e all'aggiornamento di alcuni Cam adottati.
L'adozione dei Cam, pur non dispiegando ancora in pieno le proprie potenzialità,
ha indotto dei cambiamenti nell'attenzione e nelle iniziative di importanti
soggetti, anche privati, che hanno cominciato a considerare la valenza del Gpp,
non solo come strumento per la riduzione degli impatti ambientali ma anche come
strumento di competizione economica, utile a migliorare la propria immagine sul
mercato oltre che le proprie prestazioni complessive.
Alla luce dei risultati raggiunti è opportuno, quindi, rafforzare l'impostazione
generale del Pan Gpp adottato nel 2008, prevedendo delle modifiche ad alcuni
aspetti operativi.
Gli obiettivi principali a cui mira la presente revisione del Pan riguardano:
•il rafforzamento del ruolo delle associazioni di categoria degli operatori economici nel processo di diffusione e promozione dei Cam presso gli associati, oltre che nel processo di definizione dei Cam;
•il maggiore coinvolgimento delle Centrali di committenza nella predisposizione e nell'adozione dei Cam nelle proprie iniziative di gara;
•una migliore divulgazione dei Cam verso i grandi enti (es. Università, Cnr, Enea, Ispra .. )
•un maggiore supporto alle stazioni appaltanti per l'integrazione degli aspetti sociali, specie sulle categorie di appalto più soggette al rischio di lesione dei diritti dei lavoratori;
•l'aggiornamento e il perfezionamento delle attività di monitoraggio sin'ora svolte;
•la promozione dell'uso di strumenti di analisi e valutazione del costo dei prodotti lungo il ciclo di vita;
•il maggiore coinvolgimento degli operatori economici nazionali nel processo di definizione delle proposte europee dei criteri ambientali per gli appalti verdi del toolkit;
•la promozione della conoscenza dei sistemi di eco-etichettatura, in particolare dell'Ecolabel Europeo, presso i consumatori privati e pubblici.
3.2.
Le categorie di prodotti o servizi
Al momento sono state, sino ad oggi, individuate 11 categorie d'appalto oggetto
del Pan, coerenti con quelle indicate nell'articolo 1, comma 1127, della legge
n. 296 del 27 dicembre 2006 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale
e pluriennale dello Stato" Legge finanziaria 2007). Tali categorie dovrebbero
essere ampliate, anche tenendo conto del piano di attività relativo allo
sviluppo dei Criteri Gpp europei (quali, ad esempio, attrezzature
elettromedicali e prodotti utilizzati in ambito sanitario).
4. Le prescrizioni tecniche, le procedure e gli obiettivi quantitativi e del
Piano d'azione
4.1. Gli appalti verdi: i "criteri ambientali minimi"
I "criteri ambientali minimi" rappresentano le "misure volte all'integrazione
delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure d'acquisto di beni e
servizi delle amministrazioni competenti" previste al comma 1126 dell'articolo 1
della legge 27 dicembre 2006 n. 296.
Come già indicato nel Pan Gpp, i "criteri ambientali minimi" per le diverse
tipologie di prodotto o servizio che ricadono nell'ambito delle categorie
individuate al comma 1127 del citato articolo 1 della legge 296/2006, sono
adottati con appositi decreti emanati dal Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare.
I Cam sono le "indicazioni tecniche" del Pan Gpp, che consistono in indicazioni
specifiche di natura ambientale e, quando possibile, etico-sociale, collegate a
diverse fasi che caratterizzano le procedure di gara: la definizione
dell'oggetto dell'appalto; la selezione dei candidati laddove sia opportuno
selezionare gli offerenti in base alla loro capacità tecnica di assicurare
migliori prestazioni ambientali durante l'esecuzione del contratto; la
definizione delle specifiche tecniche; i criteri premianti con i quali valutare
le offerte che offrono prestazioni o soluzioni tecniche più avanzate rispetto
alle caratteristiche definite nel capitolato d'appalto; la definizione delle
condizioni di esecuzione dell'appalto/clausole contrattuali. I Cam, inoltre
includono alcune indicazioni generali volte alla razionalizzazione di acquisti e
dei consumi e gli obiettivi settoriali da raggiungere.
I Cam sono applicabili nelle procedure d'appalto sopra e sotto la soglia di
rilievo comunitario delle categorie d'appalto cui si riferiscono.
Tali criteri ambientali si definiscono "minimi" in quanto, devono,
tendenzialmente, permettere di dare un'indicazione omogenea agli operatori
economici in modo da garantire, da un lato, un'adeguata risposta da parte del
mercato alle richieste formulate dalla pubblica amministrazione e, dall'altro,
di rispondere agli obiettivi ambientali che la pubblica amministrazione intende
raggiungere tramite gli appalti pubblici.
Pertanto, tenuto conto di quanto detto, le stazioni appaltanti che vogliono
qualificare come "verde" la propria gara d'appalto devono recepire almeno le
indicazioni contenute nelle sezioni specifiche tecniche, clausole
contrattuali/condizioni di esecuzione, selezione dei candidati, salvo diverse o
ulteriori indicazioni contenute nel paragrafo 2 "Oggetto e struttura del
documento" dell'allegato allo specifico decreto di adozione del Ministro
dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare.
A tal senso si sottolinea che i criteri ambientali minimi individuati in termini
di specifiche tecniche dovranno essere considerati il quadro di riferimento per
le stazioni appaltanti che, nel definire le specifiche tecniche di un capitolato
d'oneri, così come recita la relativa disposizione normativa del Codice dei
contratti pubblici, sono chiamate "Ogniqualvolta sia possibile, a definirle in
modo da tenere conto dei criteri di accessibilità per i soggetti disabili, di
una progettazione adeguata per tutti gli utenti, della tutela ambientale".
Peraltro, il profilo di applicazione delle specifiche tecniche dei Cam è già
stato in tal senso delineato dal Legislatore, anche nell'articolo
138 comma 3 del Dpr 5 ottobre 2010 n. 207 "regolamento di esecuzione ed
attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 recante Codice dei
contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture".
Inoltre si ricorda inoltre che, nell'ambito degli appalti di lavori, l'articolo
120 del citato Dpr 207/2010, sull'''Offerta economicamente più vantaggiosa"
stabilisce che, "In caso di aggiudicazione con il criterio dell'offerta
economica più vantaggiosa .... al fine di attuare 1nella loro concreta attività
di committenza il principio di cui all'articolo 2, comma 2, del Codice nonché
l'articolo 69 del Codice, le stazioni appaltanti nella determinazione dei
criteri di valutazione: "lett. a) ''ai fini del perseguimento delle esigenze
ambientali, in relazione all'articolo 83, comma 1, lettera e), del Codice, si
attengono ai criteri di tutela ambientale di cui al decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 aprile 2008,
pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 107 dell'8 maggio 2008, e successivi
decreti attuativi".
Dunque tale norma sancisce l'obbligo di tener conto del set dei "criteri
premianti" relative alle categorie di appalti di lavori previste dal Pan (ad
oggi lavori di costruzione e di ristrutturazione di edifici, lavori di
costruzione e manutenzione delle strade), qualora la gara sia aggiudicata con il
criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
I criteri individuati dal Piano d'Azione non pregiudicano la possibilità di
introdurre criteri più avanzati da parte delle stazioni appaltanti in grado di
accedere ad un'offerta ambientale migliore. Per facilitare l'implementazione di
ulteriori criteri o di performance ambientali più avanzate, sono elaborate
indicazioni specifiche per ciascun settore d'intervento, indicate nella
relazione d'accompagnamento ai Cam. Altresì la stazione appaltante potrà
inserire come "specifiche tecniche" o come "clausole contrattuali" uno o più
"criteri premianti" individuati dai decreti di adozione dei Cam, previa analisi
di mercato e nel rispetto delle indicazioni del Codice dei contratti pubblici.
Sulla base dei profili innovativi individuati nella proposta di revisione delle
direttive appalti n. 18/2004 e 17/2004, di cui alla Com(2011) 896 "Proposta di
Direttiva del Parlamento e del Consiglio sugli appalti pubblici" del 20 dicembre
2011 e successivi emendamenti, ove opportuno verrà definita una metodologia di
Life Cycle Costing affinché possa essere sfruttata la possibilità di aggiudicare
gli appalti tenendo conto non solo del "prezzo" quale corrispettivo del
bene/servizio o lavoro da affidare, ma dei costi considerati nell'arco del ciclo
di vita dell'oggetto dell'appalto, includendo dunque sia i costi interni,
compresi i costi relativi all'acquisizione (ad esempio costi di produzione),
all'uso (come il consumo di energia, i costi di manutenzione) e al fine vita,
come i costi di raccolta e di riciclaggio che i costi ambientali esterni
direttamente legati al ciclo di vita, trasformati in valore monetario (quali i
costi delle emissioni di gas ad effetto serra e di altre sostanze inquinanti,
nonché altri costi legati all'attenuazione dei cambiamenti climatici).
Questa nuova opportunità, oltre a consentire una valutazione più completa e
dunque più corretta dell'effettivo esborso finanziario che sostiene la pubblica
amministrazione, perché considera sia i costi direttamente sostenuti che quelli
che vengono trasferiti su altri centri di spesa della pubblica amministrazione e
graveranno sui bilanci futuri, conferisce una prospettiva del tutto nuova alle
stazioni appaltanti che inverte la tendenza della riduzione dei corrispettivi
resi alle imprese. Va considerato infatti che l'importo a base d'asta e
determinato in base al minor prezzo di mercato 5 e la sistematizzazione del
maggior peso conferito all'elemento prezzo per l'aggiudicazione dei contratti
pubblici, condiziona al ribasso gli importi a base d'asta delle gare a venire,
assottiglia in misura via via maggiore i margini di ricavo per le imprese e le
induce alla compressione dei costi con ripercussioni negative in termini di
possibilità espansive sia negli investimenti, che nelle condizioni e nel numero
di occupati e nei relativi salari con ripercussioni negative sul tessuto
economico e sociale. L'aggiudicazione che tiene conto dei costi totali consente
una riparametrazione del valore della qualità ambientale e dell'innovazione, che
possono assumere un molo più incisivo nelle commesse pubbliche.
È opportuno riconoscere un prezzo equo alle commesse pubbliche, che dia
opportunità di qualificazioni e investimenti per le imprese, nel quadro di una
tracciabilità finanziaria efficace che consenta di rendere trasparenti le
allocazioni delle risorse finanziarie pubbliche che confluiscono alle imprese.
4.2. Gli appalti "sostenibili": i criteri sodali
Il Piano d'azione si pone l'obiettivo di fornire degli strumenti operativi utili
a favorire l'uso strategico degli appalti pubblici, anche sotto il profilo di
tutela sociale, per facilitare un miglior uso dei contratti d'appalto a sostegno
delle politiche dell'Unione europea che nella strategia Europa 2020 si pone
l'obiettivo di realizzare una "crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" (Com(2010)2020).
In linea con le indicazioni contenute nel punto 1.1 del Piano d'azione allegato
al Di 11 aprile 2008, si intendono diffondere e supportare le pratiche di
"appalti sostenibili" .
Con Dm 6 giugno 2012 (Gu n. 159 del lo luglio 2012) è stata formalmente
approvata la "Guida per l'integrazione degli aspetti sociali negli appalti
pubblici" finalizzata a garantire un lavoro dignitoso nelle catene di fornitura
della pubblica amministrazione, che delinea un approccio sperimentato da
pubbliche amministrazioni nord europee e da pubbliche amministrazioni nazionali,
finalizzato a verificare il rispetto delle otto Convenzioni fondamentali
dell'Ilo e delle Convenzioni Ilo che fanno riferimento al concetto di lavoro
dignitoso nelle catene di fornitura delle commesse pubbliche.
L'applicazione di questo approccio, consentirà, tanto più è diffuso, di:
•migliorare le condizioni di lavoro ove si riscontrano gravi violazioni dei diritti umani e pessime condizioni di lavoro;
•ridurre il dumping sociale che determina una perdita di competitività dei sistemi economici più avanzati nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori a causa della concorrenza sleale da parte dei sistemi economici caratterizzati da basse protezioni dei lavoratori;
•far emergere le situazioni critiche, penalizzando le imprese che agiscono in dispregio dei diritti basilari e determinanti per la dignità umana, la tutela e la sicurezza sociale del lavoratore;
•dare la possibilità alle stazioni appaltanti di evitare l'approvvigionamento di beni prodotti in violazione di tali diritti dei lavoratori;
•far si che tramite gli appalti pubblici possano essere valorizzate le imprese virtuose supportando la diffusione delle etichette che garantiscono il rispetto di tali fondamentali aspetti etici.
Tale
guida, può essere utilizzata in diverse categorie previste dal piano d'azione,
in particolare quelle più soggette a tal genere di rischi quali, ad esempio, i
prodotti tessili, i prodotti agricoli, i prodotti che, in generale, hanno una
filiera che si sviluppa anche presso località caratterizzate da condizioni
economico-sociali particolarmente depresse.
Si tenga conto che le etichette di Tipo I, quali l'Ecolabel europeo, hanno già
iniziato a considerare le condizioni di lavoro lungo le catene di
approvvigionamento. La diffusione di pratiche di appalti sostenibili supporta la
diffusione di tali etichette e consente di creare le sinergie attese di tali
strumenti.
La diffusione di tali etichette, reciprocamente, facilita la verifica della
conformità delle forniture al criterio sociale indicato nella Guida.
A supporto della diffusione di pratiche di appalti sostenibili, nelle relazioni
d'accompagnamento dei Cam è inserito, ove opportuno, un capitolo dedicato ad
aspetti sociali su profili critici della categoria di appalti di cui è oggetto,
ulteriori rispetto alle finalità di verifica del rispetto di determinate
condizioni di lavoro nelle catene di fornitura.
Tali considerazioni sociali possono riguardare opportunità di occupazione,
lavoro dignitoso, conformità con i diritti sociali e lavorativi, inclusione
sociale (inclusione delle persone con disabilità o dei lavoratori svantaggiati),
pari opportunità, accessibilità, progettazione per tutti, considerazione dei
criteri di sostenibilità tra cui gli aspetti legati al commercio etico ecc.
L'introduzione dei soli aspetti sociali, uno o più di quelli sopra elencati a
titolo esemplificativo, consente di definite le pratiche d'appalto "socialmente
responsabili"8 .
In tale contesto, si promuove, l'introduzione, nei documenti di gara specie per
contratti di durata superiore ai tre anni, di una clausola contrattuale che
preveda la richiesta agli aggiudicatari dell'appalto di assumere una quota di
lavoratori svantaggiati cosi come definiti dal regolamento Ce n. 800/2008,
privilegiando i lavoratori inoccupati da lungo periodo e i giovani in attesa di
prima occupazione.
La possibilità di estendere l'utilizzo delle considerazioni sociali anche in
fasi diverse della gara d'appalto (esempio: specifiche tecniche) sarà valutata
in relazione delle modifiche normative che interverranno in sede di revisione
delle direttive europee sugli appalti.
Le considerazioni etico sociali sviluppate nell'ambito dei lavori di definizione
dei Cam, potranno essere introdotte direttamente nei prossimi documenti "criteri
ambientali minimi".
4.3. La procedura per la definizione dei Cam
Il Ministero dell'ambiente, nell'ambito delle funzioni di coordinamento svolte
in seno al Comitato di Gestione (punto 6.1), in condivisione con i componenti
del medesimo Comitato, redige un piano di lavoro annuale per la definizione o
l'aggiornamento dei criteri ambientali minimi, accoglie le candidature e indica
i responsabili del coordinamento dei gruppi di lavoro incaricati di elaborare la
proposta di Criteri Ambientali Minirni nell'ambito della procedura e delle
modalità sotto individuate.
Fasi di definizione dei Cam
Fase 1. Istituzione del Gruppo di lavoro
L'elaborazione della proposta di Cam avviene nell'ambito di appositi gruppi di
lavoro, organizzati dal coordinatore del gruppo di lavoro ed istituiti dal Mattm.
I coordinatori dei gruppi di lavoro, qualora non siano esperti del Mattm,
operano condividendo ogni fase relativa alla definizione dei Cam con un
referente del Mattm.
Nei gdl devono essere coinvolti:
•rappresentanti delle Associazioni di categoria degli operatori economici dei settori di riferimento del prodotto, servizio o lavoro oggetto dei "criteri ambientali minimi" allo scopo di effettuare le analisi di mercato ed avere un riscontro sui profili tecnici di competenza;
•esperti della categoria oggetto del Cam (per esempio esperti di gare d'appalto della Consip ed eventualmente di altre Centrali di committenza, esperti di normativa settoriale, di elementi tecnici, di verifiche sugli aspetti quali quantitativi del ciclo di vita ambientale del prodotto o del servizio/lavoro, oggetto del Cam, esperti di aspetti sociali sui profili critici o valorizzabili della categoria di riferimento ecc., esperti provenienti da enti di ricerca, università, agenzie ambientali).
Nel caso
si renda necessario approfondire profili tecnici più puntuali, possono attivarsi
confronti specifici con altri esperti, anche senza che siano inclusi nel gdl.
Gli scambi documentali, dei contributi e delle osservazioni utili ai confronti
sul documento e i confronti stessi devono, per quanto possibile, avvenite per
via telematica, al fine di evitare impatti ambientali, costi e sprechi di
risorse.
Fase 2. Elaborazione del documento "Proposta di Cam"
II coordinatore del gdl ha il compito di elaborare una prima versione della
proposta di Cam tenendo conto, in particolare:
•dei criteri per l'assegnazione del marchio di qualità ecologica Ecolabel europeo nell'ambito della definizione dei criteri ambientali minimi sulle forniture di prodotti o sugli affidamenti di servizi e lavori in cui trovano impiego prodotti oggetto di criteri Ecolabel
•di altre etichette ambientali Iso di tipo I ove ampiamente diffuse nel mercato comunitario;
•dei "core" e dei ''comprensive criteria" pertinenti del Toolkit Europeo sul Gpp;
•di norme tecniche internazionali riconosciute;
•ove esistenti, metodologie di Lcc individuate a livello comunitario;
•della diffusione delle certificazioni ambientali sul mercato di riferimento.
Il
documento redatto sulla base di tali "fonti conoscitive" deve essere portato al
confronto con il gdl e revisionato, in condivisione con i tecnici del Mattm,
alla luce delle osservazioni e contributi tecnici presentati dai componenti del
gdl. La proposta definitiva licenziata dal gdl viene acquisita dal Mattm.
Fase 3. Adozione dei criteri ambientali minimi
La proposta di Cam viene sottoposta al confronto nel Comitato di Gestione. La
proposta di Cam, alla luce dei contributi e delle osservaziani emerse dal
confronto, viene revisionata al fine di pervenire ad un documento che raccolga
il massimo consenso possibile. Tale documento viene trasmesso ai Ministri della
Sviluppo economico e dell'economia e delle finanze per la raccolta di eventuali
osservazioni.
Dopo un congruo periodo di attesa delle osservazioni (in via ordinaria pari a 30
giorni), la proposta di Cam viene sottoposta al Ministro dell'ambiente della
tutela del territorio e del mare in allegato al decreto di adozione.
4.4. I criteri europei. Rapporto tra Cam e criteri europei
Al fine di garantire una maggiore partecipazione delle parti interessate degli
Stati membri al processo di definizione dei criteri di Gpp europei e al fine di
rafforzare le sinergie fra i vari strumenti di Scp prientati al prodotto, è
stata stabilita una nuova procedura.
II Joint Research Centre's Institute for Prospective Technological Studies (Jrc-Ipts)
della Commissione europea, coordina la procedura di definizione dei criteri
europei, sulla base di un calendario di priorità annuale, adottato in
consultazione con il Gpp Advisory Group (Gpp Ag), costituito dai referenti
istituzinali in materia9 .
II processo di definizione dei criteri europei prevede la possibilità, per le
parti interessate, quali gli operatori economici, di formulare osservazioni
sulle diverse fasi di definizione delle proposte di criteri europei elaborate
dalla stessa Jrc.
Si invitana dunque le parti interessate che operano a livello nazionale, in
particolare le associazioni di categoria, a partecipare direttamente al processo
di costruzione dei criteri europei, sia presenziando ai momenti di confronto
periodicamente organizzati, sia inviando contributi per via telematica nelle
modalità individuate dal Jrc, in modo che le istanze nazionali possano essere
efficacemente rappresentate in sede europea. Al fine di rafforzare la posizione
nazionale in sede europea, e opportuno che i contributi riportati in sede
europea da parte dei soggetti interessati, utili anche alla definizione dei
criteri ambientali minimi, vengano trasmessi per via telematica anche al Mattm,
referente istituzionale nazionale dell'Ag (Advisary Group).
4.5. Obiettivo nazionale
L'obiettivo nazionale è quello di raggiungere entro il 2014, un livello di
"appalti verdi" , ovvero di appalti conformi ai criteri ambientali minimi, non
inferiore al 50%, sul totale degli appalti stipulati per ciascuna categoria di
affidamenti e forniture. La percentuale è considerata sia sulla base del numero
che del valore totale degli stessi. Obiettivi quantitativi specifici più elevati
per gli anni successivi o nelle categorie di settori ambientalmente più maturi,
sono stabiliti nei decreti ministeriali di adozione dei criteri ambientali
minimi.
Come detto, la conformità ai criteri ambientali minimi risulta rispettata se è
conforme alle indicazioni contenute nel paragrafo dei criteri ambientali minimi
relativo all'"Oggetto e struttura del documento", dei singoli Cam, come meglio
specificato nel paragrafo 4.1 del presente documento.
Al fine del conseguimento degli obiettivi quantitativi sarà necessario garantire
che:
a) i criteri ambientali minimi, quando disponibili e ove tecnicamente possibile, siano integrati da Consip e dalle Centrali di committenza regionali;
b) almeno il 50% delle stazioni appaltanti adottino procedure di acquisto conformi ai criteri ambientali minimi.
A tal
proposito, le Centrali di committenza sono tenute a comunicare o rendere
disponibile al coordinamento del Comitato di Gestione Gpp /Ipp i programmi di
attività annuali.
Su base annuale, le Centrali di committenza sono tenute altresì a comunicare
l'avvenuta applicazione dei Cam o I'eventuale mancata applicazione e, in tale
seconda ipotesi, le motivazioni di ordine tecnico alla base di tale impedimento.
Tali informazioni saranno utilizzate per la revisione dei Criteri ambientali
minimi. II ruolo delle Centrali di committenza è essenziale alla luce delle
disposizioni contenute nel Dl 7 maggio 2012 n. 52 recante "Disposizioni urgenti
per la razionalizzazione della spesa pubblica" convertito in legge, con
modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, legge 6 luglio 2012, n. 94.
5. Prescrizioni metodologiche per gli enti
5.1. Indicazioni generali per tutti gli enti pubblici
Tutti gli enti pubblici sono invitati ad adottare pratiche di Gpp, in modo da
favorire gli approvvigionamenti di prodotti, servizi e lavori meno dannosi per
l'ambiente e per la salute umana.
Al fine di far in modo che il Gpp venga assunto come una strategia politica da
implementare in maniera graduale e costante, tutte le pubbliche amministrazioni
di cui agli articoli 3 e 32 del Dlgs 163/2006 e principalmente:
•le Centrali di committenza
•le Amministrazioni centrali della Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministeri);
•gli enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Citta metropolitane, Comuni, Comunità Montane);
•gli enti pubblici non economici, gli organismi di diritto pubblico e altri enti aggiudicatori quali:— le Agenzie delle amministrazioni centrali dello Stato e delle Regioni (l'Ispra, le Arpa);
— gli Enti parco nazionali e regionali;
— le universita, gli enti di ricerca, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado; le Asl, le Usl;
— i concessionari di pubblici servizi o lavori;
— gli enti, le società e le imprese che forniscono servizi di trasporto al pubblico locale per mezzo di autobus e servizi di erogazione e gestione dell'energia elettrica e del calore;
sono
invitate a procedere come di seguito descritto:
A. Analisi preliminare: Ciascuna stazione appaltante e invitata ad effettuare
un'analisi preliminare volta a valutare come razionalizzare i propri fabbisogni
tenendo in considerazione gli obiettivi ambientali strategici del Pan Gpp (per
esempio quali forniture possono essere dematerializzate, quali esigenze possano
essere più efficacemente soddisfatte con minor carico ambientale, quali
procedure e quali soluzioni possono essere promosse ed intraprese per evitare
sprechi di risorse naturali ed economiche).
B. Obiettivi: Ciascun ente è invitato a mettere in atto le azioni necessarie per
conformarsi agli obiettivi e ai principi del Pan Gpp. In particolare dovrà
articolare un piano che documenti il livello d'applicazione e i propri obiettivi
specifici.
C. Funzioni competenti: l'Ente è altresì invitato a:
— individuare le funzioni coinvolte nel processo d'acquisto, competenti per l'attuazione del Pan;
— individuare le modalità di raggiungimento degli obiettivi stabiliti;
— garantire gli adeguati livelli di conoscenza e formazione al fine di svolgere le funzioni atte al raggiungimento degli obiettivi di appalti verdi ed appalti ambientalmente preferibili.
D.
Monitoraggio: Ciascun ente è invitato a monitorare il raggiungimento degli
obiettivi prefissati, ponendo in essere tutte le azioni migliorative necessarie
al raggiungimento degli stessi. Le Amministrazioni centrali saranno invitate a
comunicare i contenuti del Piano d'Azione alle proprie strutture centrali e
periferiche.
5.2. Prescrizioni particolari per le Regioni e gli enti locali
Le Regioni sono invitate a includere gli appalti verdi e sostenibili nella
normativa regionale e settoriale e a valutare l'opportunità di elaborare un
piano regionale per l'applicazione del Pan Gpp comprendente attività di
comunicazione e attività di formazione.
Tale piano dovrebbe prevedere specifiche prescrizioni per incentivare
l'applicazione dei Cam, per esempio meccanismi premianti relativamente
all'utilizzo di fondi comunitari o stabilire che l'applicazione almeno dei
criteri ambientali minimi sia condizione per accedere a finanziamenti.
Particolare raccomandazione è rivolta agli enti locali registrati Emas, in
possesso di Certificazione Iso 14001 e/o che hanno intrapreso un percorso di
Agenda 21, al fine di conformare le proprie politiche ed i propri programmi agli
obiettivi posti dal presente piano d'azione.
6. La gestione del Pan Gpp
6.1. Il Comitato di Gestione
Affinché siano garantite l'operatività e il confronto più ampio possibile sulle
attività del Pan, è già in funzione, come previsto dal Pan Gpp adottato con il
decreto 11 aprile 2008, un Comitato di Gestione per l'attuazione del Piano
d'azione sulla sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica
amministrazione e per lo sviluppo della strategia nazionale sulla politica
integrata dei prodotti ed un "Tavolo di lavoro Permanente" costituito dai
soggetti interessati.
L'attuale Comitato di Gestione, nominato con decreto del Ministro dell'ambiente,
è composto dai rappresentanti del Ministero dell'ambiente, che ne è il
coordinatore, dei Ministeri dello sviluppo economico, dell'economia e finanze,
delle Politiche agricole e forestali, dalla Autorità di vigilanza sui Contratti
pubblici, delle Regioni, delle strutture tecniche di riferimento costituite da
Consip, Enea, Ispra, del sistema delle agenzie ambientali Arpa:
Alla luce del positivo lavoro svolto da tale struttura, se ne confermano e se ne
specificano i compiti, che, in ambito del Pan Gpp riguardano:
•la programmazione delle attività di definizione del criteri ambientali minimi, il coordinamento ed esecuzione dell'attività di definizione delle Proposte di criteri ambientali minimi, cosi come descritto nel paragrafo 4.3 "Procedura di definizione dei criteri ambientali minimi"
•la formulazione di eventuali proposte e l'attivazione di iniziative per favorire il raggiungimento degli obiettivi ivi previsti (attività di comunicazione, divulgazione, formazione ecc.);
•l'individuazione di soluzioni nel caso si presentino criticità in sede attuativa;
•la formulazione di proposte per il perfezionamento del monitoraggio;
•la formulazione di proposte e/o la realizzazione di studi a ricerche su: Lca, Lcc, etichette ambientali, anche di filiera, strumenti fiscali ed economici, metodologie per la valutazione dei benefici ambientali derivanti dall'applicazione dei criteri ambientali minimi, calcolo degli impatti ambientali risparmiati grazie al Pan Gpp.
I
rappresentanti delle Regioni, con il contributo del Mattm e degli altri
componenti del Comitato di Gestione, si attiveranno per promuovere
l'applicazione del Pan presso le altre Regioni secondo le indicazioni contenute
nel Pan e alla luce delle esperienze positive già messe in atto da alcune
Regioni.
6.2. I Tavoli di confronto
Il Pan Gpp approvato nel 2008 prevedeva il funzionamento di un "Tavolo di lavoro
Permanente", costituito dai rappresentanti dei "soggetti interessati", con
funzioni consultive.
Alla luce dell'esperienza dei primi anni di applicazione del Pan Gpp appare
opportuno strutturare le consultazioni in maniera più mirata, prevedendo, in
luogo del "Tavolo di lavoro Permanente", momenti di confronto con i principali
soggetti interessati con l'obiettivo di divulgare i Cam vigenti e migliorare
l'informazione sui Cam in via di adozione.
Si prevede pertanto un "Tavolo di confronto permanente", dove il Mattm e la
Consip si raffrontano con le centrali di acquisto regionali sui Cam prima della
loro adozione e per esaminare le eventuali criticità riscontrate in fase di
applicazione.
Si prevedono inoltre tavoli specifici su ciascuna categoria affrontata attivati
con le associazioni di categoria di riferimento e con le Agenzie dell'ambiente (Ispra,
Arpa, Appa) allo scopo di garantire una più ampia e capillare diffusione delle
informazioni sui Cam sia lato imprese che istituzioni pubbliche.
6.3. Azioni di comunicazione e formazione
La principale fonte di informazione e comunicazione sul Piano d'azione per la
sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione e sui
"criteri ambientali minimi" e il sito del Ministero dell'ambiente
(www.minambiente.it) che ha una sezione dedicata.
In tale portale oltre alle informazioni relative al Piano d'azione, è
consultabile la normativa che concerne gli appalti verdi, parte della normativa
e degli atti di indirizzo comunitari, altresì riguardanti più in generale il
tema della Produzione e consumo sostenibile, gli eventi e le iniziative avviate
dal Comitato di Gestione Gpp/Scp anche in ambito produzione e consumo
sostenibili.
II Ministero ha attivato una newsletter, specialmente dedicata alla promozione e
all'aggiornamento sui criteri ambientali minimi e cura, annualmente,
l'organizzazione di almeno un evento sul Pan Gpp, volta anche a presentare le
migliori pratiche e i prodotti/servizi/lavori più innovativi, con annessi
workshop di approfondimento tematico inerenti i Settori prioritari di
intervento. Il Ministero si propone altresì di attivare delle iniziative di
promozione e diffusione verso particolari soggetti (Università, Enti di ricerca,
Sanità, Forze armate, Asl, ecc).
Le Regioni e le Centrali di committenza sana invitate a contribuire alle azioni
di comunicazione sul Pan Gpp e sui criteri ambientali minimi attraverso i propri
siti web.
Per promuovere l'applicazione dei criteri ambientali minimi si attiveranno altri
strumenti, iniziative di comunicazione ed eventi di formazione, anche in
collaborazione con i soggetti e le reti di autorità locali che seguono il Gpp,
tra cui le Agenzie ambientali, in linea con i compiti istituzionali propri di
diverse agenzie relativamente alla promozione e diffusione degli strumenti di
certificazione ambientale di processo e di prodotto.
Per quanto riguarda la formazione, il Ministero si attiverà con i soggetti
referenti istituzionali e parteciperà ove possibile, nei limiti delle risorse
umane a disposizione, ai seminari organizzati a livello territoriale.
L'attività di formazione sarà svolta nei limiti delle risorse esistenti e non
comporterà nuovi e maggiori oneri per le finanze dello Stato.
6.4. Il monitoraggio
A decorrere da gennaio 2010 l'Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici
effettua un monitoraggio per verificare il grado di applicazione dei criteri
ambientali minimi e l'efficacia in termini economici e di mercato del Piano, al
fine di consentire anche la valutazione degli effetti di tipo ambientale. Tale
monitoraggio è volto a rilevare il numero e l'importo di appalti pubblici
"verdi" (conformi ai Cam) rispetto al numero e al valore totali dei contratti
stipulati nella categoria di riferimento e, nei contratti di fornitura, il
numero di prodotti "verdi" acquistati rispetto al totale.
La rilevazione è finalizzata a stimare, sulla base di un campione
rappresentativo di contratti, il raggiungimento degli obiettivi quantitativi
previsti dal Pan e a quantificare, in via approssimativa, i benefici ambientali
diretti ottenuti, che saranno calcolati sulla base di indicatori specifici (ad
esempio il risparmio in termini di C02 emessa in relazione alla spesa: CO2/Euro
spesi).
Il monitoraggio, eseguito tramite un apposito sistema telematico finalizzato
alla raccolta dei dati informativi sui contratti pubblici sul territorio
nazionale gestito dall'Osservatorio sui contratti pubblici, verrà perfezionato,
anche al fine di razionalizzare i compiti dei responsabili dei procedimenti di
acquisto che si avvalgono di convenzioni stipulate dalle Centrali di
committenza.
I risultati delle indagini annuali saranno comunicati anche agli operatori
economici.